CORSERA (L .VALDISERRI) - Silvio Berlusconi, che si autodefinisce il più vincente presidente della storia, e il presidente della Lazio, Claudio Lotito, hanno salutato larrivo di Thomas R. DiBenedetto, nuovo «collega» alla guida della Roma, primo investitore straniero della serie A. Berlusconi lha avvisato che con il calcio, in Italia, non si guadagnano soldi ma si perdono. Lotito ha detto: «Adesso tutti esaltano lo zio Tom, ma anche lui non può portare più soldi di quelli che ha. Dovrà aumentare i ricavi dalle attività commerciali sostenute dai tifosi. Il problema è che se lo faccio io, passo per tirchio. Ma ormai i presidenti sono costretti a pensarla tutti comeme» . La cordata americana non è composta
Unicredit scommette sul suo 40%e, anche se per ora gli americani hanno portato più idee che soldi, non cera altra strada. Il piano industriale ha convinto Unicredit che cè un futuro e la Roma era in una situazione pre-fallimentare. Nei giorni scorsi il 63%dellArsenal è finito nelle mani del magnate americano Stan Kroenke per una cifra vicina ai 450 milioni di sterline (501 milioni di euro). I quattro investitori americani, per ora, metteranno circa 10,5 milioni a testa, in attesa dellOpa, le due ricapitalizzazioni e il calciomercato da finanziare. È tanto? È poco? La risposta è diversa: è il massimo che si potesse fare. Ora, però, comincia il difficile. La squadra battuta ieri in casa dal Palermo ha quasi azzerato le sue speranze di quarto posto, messo in crisi le speranze di Montella di una riconferma ma indebolito anche Gian Paolo Montali, direttore operativo che doveva essere il «motivatore» per questo finale di stagione. Di-Benedetto non ha visto la partita, stava trasferendosi da Boston a Fort Myers, in Florida. Forse è stato meglio così. Avrebbe maledetto anche lui Vucinic, che lo emozionò segnando contro lInter nella prima partita che lo zio Tom vide dal vivo allOlimpico, ma che ieri non ha saputo mandare in gol un pallone a porta vuota. La stessa porta. Ma tanto è cambiato da allora e tanto, tantissimo, cambierà presto. Della Roma di ieri, nessuno è più sicuro del posto. Anzi, uno sì: Totti.