CORSPORT (A. MAGLIE) - Allultimo secondo la Roma resta aggrappata alla zona Champions. E ancora una volta deve ringraziare il suo capitano, autore di una doppietta come nel derby e come a Firenze. Perché Francesco Totti ha approfittato dellultima occasione disponibile, una palla rasoterra calciata da Riise
INCEROTTATI - Ritmi bassi anche perché il confronto era tra due squadre stanche, incerottate. Gli ultimi cerotti, Guidolin, ad esempio, li ha sistemati poco prima del fischio davvio cancellando repentinamente dalla distinta Sanchez spedito addirittura in tribuna. Un forfait non sorprendente perché il ragazzo ha un problema muscolare che poteva solo aggravarsi. Il tecnico friulanoha provato sino allultimo a recuperarlo, consapevole che in queste ultime partite la squadra si gioca il sogno Champions e quello con la Roma era uno «scontro diretto». Obbligato a rinunciare a Inler per squalifica, Guidolin ha provato a toccare il meno possibile lassetto ma alla fine si è dovuto arrendere allevidenza. Insomma, quella di ieri sera non era la solita Udinese, situazione che avrebbe dovuto indurre la Roma a dare il meglio di sé. Ma se la velocità dei friulani non è più quella di qualche settimana fa, la velocità dei giallorossi è «bruciante». Se poi i « migliori » , quelli che dovrebbero far fare il salto di qualità, come Vucinic, giocano con colpevole sufficienza, allora il quadro è completo. E evidente che la presenza di Denis ha obbligato lUdinese ad attaccare in maniera diversa e la difesa della Roma che sul dialogo stretto e veloce tra Sanchez e Di Natale sarebbe andata prevedibilmente in difficoltà, qualche vantaggio lo ha tratto ( largentino è stato più pericoloso davanti alla sua porta, sfiorando lautogol e obbligando Handanovic a una complicata parata in angolo, che nellarea avversaria).
SVOLTA -Il rigore che con grande astuzia Pizarro ha conquistato al 12 della ripresa è stata la vera svolta della gara. Avendo davanti un portiere che in questa stagione ha parato quattro penalty, Totti ha pensato di affidarsi alla sua classica « arma letale » : il cucchiaio. Da quel momento e per almeno mezzora, la Roma è parsa in grado di gestire il vantaggio e anche di incrementarlo ( salvataggio sulla linea di Domizzi su conclusione di testa di Juan). Guidolin non aveva a disposizione molte scelte in panchinama le poche le ha usate al meglio. Tanto per cominciare, ha rinunciato allinconcludente Denis per Corradi, quindi ha buttato in campo il giovane Vydra rinunciando a Domizzi e al modulo di partenza per riconvertire in corsa la squadra al 4-4- 2 ( medesima trasformazione aveva, nel frattempo, subito la Roma). Corradi, con i suoi muscoli, con il suo maggiore dinamismo, ha cominciato ad aprire spazi che Di Natale in una occasione ha sfruttato nel migliore dei modi. Sul pari la partita si è accesa. Damato ha giustamente annullato un gol di pugno di Asamoah che, però, aveva subito una spinta da Perrotta. Il pari sembrava linevitabile conclusione di una gara in cui tutte e due le squadre si stavano proiettando verso la fine decisamente stremate. Il colpo di classe e dorgoglio di Totti ha consentito alla squadra di non buttare alle ortiche lultima chance di qualificazione Champions. Il successo può dare morale ma la Roma deve assolutamente recuperare qualche energia perché 6 partite sono ancora tante e per raggiungere lobiettivo deve produrre uno sprint non di poco conto. LUdinese ha pagato i troppi infortuni (a parte Sanchez, ieri Di Natale e Isla sono scesi in campo acciaccati) e lo stress di una lunga striscia di risultati positivi che ha portato la squadra a inerpicarsi sino al quarto posto (oggi la Lazio può sorpassarla), uno stress che è emerso chiaramente alla fine quando Di Natale ha platealmente litigato con un compagno (Angella), colpendolo pure. In queste condizioni, prevale normalmente la squadra più abituata a certe situazioni agonistiche. E ieri, al Friuli, la regola ha avuto una ulteriore conferma.