Sblocca il gigante Carew un Sabato Santo di festa per seimila tifosi romanisti

23/04/2011 alle 11:45.

CORSPORT - Alcuni “esuberanti” tifosi della Lupa avevano alfi­ne indotto il giudice sporti­vo, dopo infruttuosi, reitera­ti richiami proferiti, nel cor­so del 2004, a predisporre in campo neutro la disputa della gara casalinga pa­squale con il Chievo.

Assistita comunque nell’im­presa dal supporto di seimi­la sperduti ma fedeli, vo­cianti e tenacissimi tifosi, la molto amata Roma, in for­mazione assai rimaneggia­ta, causa l’assenza di quat­tro non proprio secondari, squalificati titolari nutriva l’obiettivo, invero inderoga­bile, di superare i rivali ca­lati da Verona, onde tenere la scia dei diavoli del Milan fuggitivi. Il complesso clivense al­lestito da Del Neri, per nul­la intimidito dal blasone, pungeva di continuo con scaltrezza, danzando per il campo impertinente e inari­dendo fonti e schemi di gio­co della Lupa. Gli infervo­rati veneti, per giunta, assu­mendo addirittura, per trat­ti convulsi e non brevi di partita, il sopravvento, sfio­ravano più volte i gol di una vittoria ritenuta nel caso, di certo, clamorosa.

La squadra giallorossa sbalestrata fu salvata da prodigiosi, ripetuti inter­venti volanti del : Pelizzoli, detto “ saracine­sca” non a caso, si opponeva con riflessi felini e stoici­smo alle fiondate. Ispirato forse, nella stagione di gra­zia, dal favore bizzarro dei numi protettori degli estre­mi guardiani delle reti, ri­sulterà, alla fine dell’anna­ta, fra i suoi colleghi, il me­no perforato dell’Europa.

Mentre il “terribile” Ivan bergamasco si erigeva, alle spalle di tutti, a possente, elastica muraglia respin­gente, in avanti la causa giallorossa veniva perorata dall’impeto guerriero del poderoso Carew norvegese. Il gigantesco avanti di colo­re, non sempre titolare in formazione, innescato da uno straordinario divino, seminava confusio­ne e scompiglio fra le attoni­te fila dei rivali.

“ John John” il lungo schiodava per due volte di­stinte il risultato: infilava dapprima in diagonale, an­golato e radente, Frezzolini, quindi lo scavalcava nuova­mente, torreggiando impe­rioso nell’area con il capo e consentendo a Cassano, sul­la linea di porta, di insacca­re. Meteora nella storia ro­manista, lascerà comunque in serbo, fra i supporter, ammirazione e viva simpa­tia.