CORSPORT - Alcuni esuberanti tifosi della Lupa avevano alfine indotto il giudice sportivo, dopo infruttuosi, reiterati richiami proferiti, nel corso del 2004, a predisporre in campo neutro la disputa della gara casalinga pasquale con il Chievo.
Assistita comunque nellimpresa dal supporto di seimila sperduti ma fedeli, vocianti e tenacissimi tifosi, la molto amata Roma, in formazione assai rimaneggiata, causa lassenza di quattro non proprio secondari, squalificati titolari nutriva lobiettivo, invero inderogabile, di superare i rivali calati da Verona, onde tenere la scia dei diavoli del Milan fuggitivi. Il complesso clivense allestito da Del Neri, per nulla intimidito dal blasone, pungeva di continuo con scaltrezza, danzando per il campo impertinente e inaridendo fonti e schemi di gioco della Lupa. Gli infervorati veneti, per giunta, assumendo addirittura, per tratti convulsi e non brevi di partita, il sopravvento, sfioravano più volte i gol di una vittoria ritenuta nel caso, di certo, clamorosa.
La squadra giallorossa sbalestrata fu salvata da prodigiosi, ripetuti interventi volanti del portiere: Pelizzoli, detto saracinesca non a caso, si opponeva con riflessi felini e stoicismo alle fiondate. Ispirato forse, nella stagione di grazia, dal favore bizzarro dei numi protettori degli estremi guardiani delle reti, risulterà, alla fine dellannata, fra i suoi colleghi, il meno perforato dellEuropa.
Mentre il terribile Ivan bergamasco si erigeva, alle spalle di tutti, a possente, elastica muraglia respingente, in avanti la causa giallorossa veniva perorata dallimpeto guerriero del poderoso Carew norvegese. Il gigantesco avanti di colore, non sempre titolare in formazione, innescato da uno straordinario Emerson divino, seminava confusione e scompiglio fra le attonite fila dei rivali.
John John il lungo schiodava per due volte distinte il risultato: infilava dapprima in diagonale, angolato e radente, Frezzolini, quindi lo scavalcava nuovamente, torreggiando imperioso nellarea con il capo e consentendo a Cassano, sulla linea di porta, di insaccare. Meteora nella storia romanista, lascerà comunque in serbo, fra i supporter, ammirazione e viva simpatia.