IL FATTO QUOTIDIANO (G. PADOVAN) - La cessione della Roma a Thomas Richard DiBenedetto, 60 anni il prossimo 25 aprile un americano a Roma, non (ancora) pataccaro come il Tim Barton approdato a Bari e il Joseph Cala disceso a Salern
QUESTIONE NUMERO 1 . DiBenedetto non è solo. Sarà il presidente della Roma, ma con lui hanno comprato altri tre soci: James Pallotta, Richard DAmore, Michael Ruane. Nella nuova società, partecipata al 60 per cento da DiBenedetto e al 40 da Unicredit, i soci americani verseranno 70,3 milioni di euro, di cui 42,2 milioni subito. A sua volta, Unicredit potrà cedere il 20 per cento a un socio italiano (Toti, Angelini, Angelucci). Il rischio che, tra un paio di mesi, ci sia troppa gente a comandare è reale. Tanto più che DiBenedetto, nonostante le smentite, dovrebbe essere il delegato alle trattative per inglobare la Roma nella finanziaria New England Sports Ventures, la quale possiede i Red Sox, squadra di baseball nella quale gioca Thomas DiBenedetto, Tom (quando si dice la fantasia). In questo passaggio ipotetico qualcosa non torna. Intanto, perché la New England Sports Ventures non esiste più ed è stata sostituita dalla Fenway Sports Group. Poi, perché, oltre al baseball, la finanziaria detiene il Liverpool e due squadre europee professionistiche nella stessa disciplina (il calcio per lappunto) non si possono avere in portafoglio.
Non so se ciò significa che verrà ceduto il Liverpool. Forse è solo strategia. Di sicuro, al momento, molto contribuisce alla confusione. Questa architettura di scatole da svuotare e riempire confermerebbe una sensazione precisa: DiBenedetto sarebbe una formidabile testa di legno, visto che, tra laltro, di lui non esiste traccia nelle banche dati e negli archivi dei giornali americani.
QUESTIONE NUMERO 2 che si lega alla numero 1. Di chi sono i soldi della nuova Roma? E chi li mette, cosa intende farne? Prima risposta: tutti i soci hanno liquidità e non sono sottoposti a protesti, vincoli o impicci di varia natura. Unicredit ha fatto verifiche adeguate e profonde. Quel che non si sa, né si potrà sapere presto, è chi sia davvero DiBenedetto e quali le ragioni della sua ricchezza. Delle sue attività, infatti, non si può conoscere né la consistenza patrimoniale, né il nome dei soci. Nel Delaware, un paradiso fiscale americano dove ha costituito la Newco, la schermatura è legale. In Italia e, soprattutto nel calcio italiano, sarebbe auspicabile la trasparenza. Soprattutto da un compratore straniero.
QUESTIONE NUMERO 3 . A proposito di soldi. Per la campagna acquisti li metterà Unicredit e saranno 40 milioni di euro. Non pochi, non tantissimi, comunque da restituire alla banca da parte degli americani. Unicredit non ci vuole rimettere un euro. Anzi, rientrare il più possibile e il prima possibile. Illuminante il passaggio dellultima fase della trattativa a Boston, riferito dalla Gazzetta dello Sport di ieri, nel quale Paolo Fiorentino, vicedirettore generale dellistituto di credito, ha proposto un tasso dinteresse troppo alto sui 40 milioni per il mercato. Cè stata tensione, poi ha garantito Pallotta. Con quei soldi e magari con altri cè da rifare una squadra che ha già perso Mexes e che rischia la rinuncia a Menez e Vucinic, oltre a De Rossi, lex capitan Futuro visto che il suo, di futuro, è incerto. Manca lallenatore e se Montella è lalternativa ad Ancelotti, allora non si deve pensare in grande, ma in lungo (nel senso di tempo). Forse con i giovani e una squadra ridimensionata. A quel punto, però, fallirebbe in partenza il progetto relativo al marketing legato al merchandising. Nel mondo ci sono appena una decina di calciatori capaci di fare la differenza nel settore (Messi, Cristiano Ronaldo, Rooney ai primi posti) e nessuno appartiene alla Roma attuale. A parte, forse, Totti che ormai ha unimmagine anche extra - calcistica.
QUESTIONE NUMERO 4 . Cè troppo intasamento tra i dirigenti entranti, uscenti, restanti. Luomo di Unicredit dovrebbe essere Montali (direttore generale? amministratore delegato? direttore amministrativo?), il plenipotenziario di DiBenedetto sarà Franco Baldini, ma solo quando avrà sciolto la riserva. Al lavoro cè già Walter Sabatini, ex direttore sportivo di Palermo e Lazio. Premesso che crederò al ritorno di Baldini a Roma solo quando lo vedrò, come potrà egli coesistere con Montali? E Montali con lui? Troppa gente, troppe domande. E, dopo la sconfitta interna di ieri col Palermo (2 a 3), la zona Champions è più lontana.