Roma, domani comincia il futuro

14/04/2011 alle 10:15.

CORSPORT (G. D'UBALDO) - E’ cominciata la missione sta­tunitense per il trasferimento della pro­prietà della Roma. Ieri sono partiti per Boston i legali Mauro Baldissoni dello studio Tonucci (che rappresenta il con­sorzio americano), Cappelli, Elena Lo Curto dello studio Grimaldi e Massimo Tesei dello studio Carbonetti (per Uni­credit).

TAVOLO - Gli avvocati sono arrivati nella à ameri­cana con le bozze dei con­tratti aperte, in serata hanno completato la ste­sura degli allegati dei con­tratti. Oggi arriverà dalla Florida anche Thomas Di Benedetto e al tavolo del­la trattativa siederà anche Pallotta, l’uomo forte del consorzio americano. Non dovrebbero essere pre­senti gli altri due soci, Ruane e D'Amore. Le par­ti sperano di arrivare alla firma come previsto nella giornata di domani, anche se c’è ancora qualcosa da rividere. Ma la partenza in anticipo dei manager di Unicredit sta a significa­re la precisa volontà di chiudere anche da parte della banca.

CDA - Che la firma sia vicina lo dimostra anche il fatto che ieri si è riunito in con­ference call il Cda di Roma 2000, socie­tà partecipata dai Sensi e Unicredit e che controlla il 67 per cento della Roma. L’appuntamento tra il presidente Attilio Zimatore, Rosella Sensi e Antonio Muto di Unicredit ha delegato il potere di fir­ma ad una singola persona, il presiden­te del consiglio d'amministrazione Zi­matore, Il cda di Roma 2000 ha conferito il mandato Non ci saranno gli altri due soci della cordata Ruane e D’Amore che dovrà firmare i contratti per il passaggio di proprietà della Ro­ma. Il consorzio americano e Unicredit si spartiranno, in proporzione ai propri pacchetti azionari, i posti nel nuovo Consiglio d’amministrazione. Per il con­sorzio Di Benedetto nel board ci sarà l’avvocato Mauro , che con al­tri legali dello si è impe­gnato a preparare tutti i documenti per l’acquisizione della società. Un dossier di quasi mille pagine, cento della quali sono dedicate al fair play finanziario.

PREMIER - Ieri anche il premier Silvio Berlusconi ha parlato di Thomas DiBe­nedetto, l'uomo d'affari statunitense in procinto di diventare il nuovo presidente della Roma, in un incontro avu­to ieri sera con alcuni cor­rispondenti della stampa estera. «Sono contento per lui. Ma deve sapere che si butta in un'avventura ma­gnifica che dà tante soddi­sfazioni ma anche tanti dolori e preoccupazioni. Nel calcio si spendono tanti soldi e non si guada­gna nulla... Gli auguro di avere i successi che ho avuto io nel Milan » . Il Presidente del Consiglio ha poi indicato le difficol­tà nel gestire una società di calcio in Italia: «Da noi le imposte so­no più del doppio rispetto alla Spagna. La verità è che nel calcio si investe e non si guadagna, in Italia il calcio non rende» . E ha fatto un esempio persona­le: «Quest'anno ho investito 75 milioni, ma non è che ci guadagno. La verità è che le squadre italiane giocano in infe­riorità proprio per il trattamento fisca­le che hanno rispetto agli altri club stra­nieri » . Berlusconi ha ribadito di aver vinto il doppio rispetto al presidente Bernabeu, a cui è stato dedicato lo sta­dio del Real Madrid. « Vorrei anch'io il nome dello stadio» , ha scherzato il Ca­valiere.