IL TEMPO (A. AUSTINI) - È il giorno. La storia della Roma e del calcio italiano cambia a seimila e seicento chilometri di distanza: oggi a Boston si scrive il futuro. Finalmente è tutto pronto per il passaggio del club giallorosso al consorzio Usa guidato da Thomas DiBenedetto, un ricco italoamericano che ha radunato tre (per adesso) amici facoltosi e li ha convinti ad aiutarlo
Lì, nel pieno centro economico della capitale del Massachusetts, da due giorni si sta completando il primo capitolo di una storia tutta da scoprire. DiBenedetto ha raggiunto ieri mattina a Boston il suo socio James Pallotta, che mercoledì sera ha accolto i dirigenti di Unicredit volati negli States: Paolo Fiorentino, Piergiorgio Peluso e Andrea Giovannelli, accompagnati dall'avvocato Roberto Cappelli. Tutti insieme hanno seguito dal parterre del «Garden» la sfida di Nba tra i Celtics, di cui Pallotta è azionista, e i New York Knicks. La partita vinta 112-102 da Boston ha chiuso la stagione regolare delle due squadre che a partire da domenica si ritroveranno una contro l'altra nei playoff. Sempre a Boston, mercoledì e ieri, hanno continuato a lavorare sui contratti insieme ai colleghi di Bingham gli altri avvocati coinvolti nell'affare: Stefania Lo Curto (studio Grimaldi) e Massimo Tesei (studio Carbonetti) per la banca, Mauro Baldissoni dello studio Tonucci per gli americani, presente anche lui al «Garden». E ieri mattina sono partiti da Roma verso Boston Francesco Bertocchini di Rothschild e il professor Attilio Zimatore, ovvero l'uomo che firmerà il passaggio di proprietà per conto della Roma 2000 dei Sensi. Nel lungo cda di mercoledì è stato analizzato nel dettaglio il contratto preliminare di vendita che verrà siglato oggi: pare che stavolta Rosella non abbia mosso appunti. Anzi: si è convinta che la Roma sta finendo in buone mani.
Dopo la firma del «preliminare» serviranno 30-40 giorni per superare gli ultimi passaggi tecnici: via libera di Consob e Antitrust, Opa e convocazione dell'assemblea per le nomine. Se la nuova Roma nascerà ufficialmente a fine maggio, quello di oggi è comunque lo «step» decisivo. Pallotta ha accettato di partecipare alle firme dei contratti: una garanzia suppletiva chiesta da Unicredit. C'è accordo su ogni dettaglio, compreso il versamento di una «caparra» da parte degli americani. Contratti di vendita, allegati e patti parasociali, scritti in italiano e inglese, compongono un faldone di oltre cinquecento pagine: dentro ci sono tutti i dettagli di un'operazione piuttosto complessa. DiBenedetto e i suoi tre partner (James Pallotta, Michael Ruane e Richard D'Amore) hanno già costituito con quote paritarie la società DiBenedetto As Roma LLC che acquisterà il 60% di una Newco di diritto italiano, a sua volta controllante diretta del pacchetto di maggioranza di As Roma, pari a circa il 67% delle azioni. Il restante 40% della Newco verrà acquistato da Unicredit che in un secondo momento cederà una parte della sua quota - fino al 30% - a un socio italiano di gradimento degli americani.
Contestualmente, la nuova proprietà erediterà il contratto di leasing del centro sportivo di Trigoria e la società che gestisce il marchio. La prima tranche versata sarà pari a circa 70 milioni di euro, divisa tra americani e banca secondo le rispettive partecipazioni. DiBenedetto & Co. si sono impegnati a due ricapitalizzazioni, la prima di 45-50 milioni di euro e una seconda di poco inferiore da effettuare nel giro di un anno. Anche gli aumenti di capitale e l'Opa sulle azioni in Borsa saranno coperti al 60% dagli americani e al 40% da Unicredit. Dopo gli incontri preliminari di ieri tra le parti, la riunione di oggi porterà al brindisi da celebrare davanti alla stampa italiana «traslocata» a Boston. Intanto i futuri dirigenti Baldini e Sabatini sono già a caccia di talenti (e di un allenatore). La Roma è pronta a voltare pagina. Finalmente ci siamo.