Lotito: «DiBenedetto fa come me. Ma io sembro tirchio»

08/04/2011 alle 10:50.

GASPORT - È pur sempre una questione di zii. Zio Edy (Reja) è l’allenatore al quale chiede la Champions, lo zio Tom è lo schiavo del romanzo del XIX secolo che aveva ben altri problemi rispetto a quello di acquistare una società di calcio. Per un giorno, però, almeno per Claudio Lotito, lo zio Tom è (anche) Thomas Richard DiBenedetto, futuro prop

E duro ha tenuto, non c’è che dire. Parlava dello stadio, sognava (e sogna) la Tiberina, la zona a nord di Roma dove, su terreni di proprietà, vorrebbe far sorgere lo stadio della Lazio. DiBenedetto ora fa proprio di un nuovo impianto il punto centrale del progetto della nuova Roma. A Lotito non sembra vero: «Adesso tutti esaltano lo zio Tom, ma anche lui non può portare più soldi di quelli che ha» . Traduzione: è il fair play finanziario, bellezza, quello che il presidente della Lazio rivendica di aver suggerito a Platini. «DiBenedetto dovrà aumentare i ricavi dalle attività commerciali sostenute dai tifosi. Il problema è che se lo faccio io passo per tirchio. Ma ormai i presidenti sono costretti a pensarla come me. » . Anche lo zio Tom, che pure alla Gazzetta ha detto: «Mi auguro che la à di Roma abbia una squadra forte e una fortissima» . Frase in fondo politicamente corretta. Poi è arrivato l’assist di Lotito a Petrucci sull’Olimpico e la rivendicazione di ieri sulla «linea vincente» . Chissà cosa succederà quel giorno in cui si conosceranno. Chissà se — come è solito fare — Lotito sussurrerà all’orecchio di DiBenedetto: «A Tom, io sto cinque anni avanti agli altri».