La Roma in picchiata perde colpi in Borsa e 'taglia' Menez

19/04/2011 alle 13:04.

IL GIORNALE (M. DI DIO) - L’effetto americano inizia a vedersi ma non in campo, bensì sul titolo in Borsa. Se le quotazioni della Roma in campionato continuano a scendere (il quarto posto è ormai un miraggio), a Piazza Affari le azioni sono addirittura in picchiata. Ieri il titolo As Roma è infatti stato postoin asta di volatilità per eccesso di ribasso, con unvalore teorico oscillato tra il -21eil -36 per cento. In pratica venerdì aveva chiuso a 1,16 euro e il mercato lo sta adeguando al valore pagato dalla cordata americana di Thomas DiBenedetto

IL GIORNALE (M. DI DIO) - 
L’effetto americano inizia a vedersi ma non in campo, bensì sul titolo in Borsa. Se le quotazioni della Roma in campionato continuano a scendere (il quarto posto è ormai un miraggio), a Piazza Affari le azioni sono addirittura in picchiata. Ieri il titolo As Roma è infatti stato postoin asta di volatilità per eccesso di ribasso, con unvalore teorico oscillato tra il -21eil -36 per cento. In pratica venerdì aveva chiuso a 1,16 euro e il mercato lo sta adeguando al valore pagato dalla cordata americana di Thomas DiBenedetto (che sarà anche il prezzo dell’Opa obbligatoria), fissato a 0,67 euro dall’accordo firmato a Boston. Tanto che l’Adoc, l’Associazione a difesa dei consumatori contattata da centinaia di piccoli azionisti giallorossi, ha deciso di segnalare alla Consob questo crollo non trasparente e sta valutando la possibilità di attivare unaclass action per il risarcimento del danno subito. Paolo Fiorentino, ad di Unicredit, a distanza di qualche giorno dalla firmadell’accordo difende la scelta degli americani, la cui offerta - parsa a molti bassa - è stata «la migliore a livello di documentazione, il valore degli asset si basa su dati di carattere economico e non sulla suggestione del brand», e ora si augura che lo stadio possa «interessare a imprenditori romani, anche se prima serve la legge». A Trigoria si pensa invece all’attualità, ovvero alla sfida con l’Inter. Che solo un anno fa valeva lo scudetto ed era il palcoscenico dei durissimi scambi verbali tra Mourinho e Ranieri.
Oggi per entrambe è l’àncora di salvezza di una stagione nera, anche se i nerazzurri hanno almeno vinto il Mondiale per club e la Supercoppa (proprio contro la Roma).

«Sono due squadre ferite che hanno davanti l’ultimo traguardo possibile, noi vogliamo centrarlo, siamo a un passo dalla decima Coppa Italia e potremmo giocare la finale all’Olimpico», così Montella che dice di stimare molto il collega Leonardo, mai battuto nelle 9 sfide da calciatore. Tutti e due - «virgulti» della panchina - potrebbero essere a fine corsa. «Se sono sotto osservazione? Lo siamo tutti - precisa il tecnico della Roma - ma non credo che il prossimo allenatore sarà scelto in base all’età. Verrà valutato se sarà all'altezza e io sono sereno». Molto dipenderà dalla rifondazione a stelle e strisce, certo se Montella alzerà il trofeo avrà qualche chance in più. Intanto le scorie della sconfitta con il Palermo, che ha allontanato la Roma dall’élite europea, sono anche nella frattura ormai evidente con alcuni elementi della squadra, vedi Menez e Vucinic usciti dal campo sotto una valanga di fischi. Stasera il francese potrebbe addirittura essere fuori dall’undici titolare (davanti giocherà Borriello per la di ) e per la prova verità con i nerazzurri, Montella chiede alla squadra un atteggiamento diverso. «Credo che chi indossi la maglia della Roma non deve avere solo talento, ma anche personalità. Non mi sento tradito dai giocatori, stanno facendo il massimo e io non incolpo certo qualcuno per avere consenso popolare. Certo, a volte gli atteggiamenti danno fastidio ma quelli è difficili cambiarli. Anche se nei comportamenti qualche miglioramento c’è stato. Se poi c’è ungiocatore che vuole andare via, per dimostrare di valere una squadra migliore della Roma deve giocare bene». L’ultima risposta Montella la riserva a Lotito e alle sue continue ingerenze nel mondo Roma, dalla task force agli avvisi a DiBenedetto: «Sicuramente parlano molto più spesso loro di noi che noi di loro. Ma Lotito a volte è anche divertente...». In fondo, nella Capitale è sempre derby.