Il regno interrotto di Carlo. Per il Chelsea si candida Lippi

14/04/2011 alle 11:07.

LA REPUBBLICA (M. CROSETTI) - Se Carlo d’Inghilterra ha un destino beffardo, non diventare mai re, Carletto d’Inghilterra non è da meno: il suo regno al Chelsea precipita dentro una Coppa vuota, come sempre perduta, e nessuno pensa che lui possa conservare la panchina.


d’Inghilterra non è da meno: il suo regno al Chelsea precipita dentro una Coppa vuota, come sempre perduta, e nessuno pensa che lui possa conservare la panchina. L’addio di a giugno è quotato a 1.33, l’improbabilissima conferma vale 3.25, dunque anche i bookmakers hanno deciso che l’avventura è finita. «Non so, non dipende da me», ripete Charlie. Ma sa benissimo ogni cosa, e in parte è dipeso anche da lui.


I giornali inglesi sono pieni di un matrimonio (William e Kate) e di un divorzio (Carletto e Roman). Più che altro, i tabloid scorticano vivo il nostro signor mister, mister mistero. «Ha fatto giocare Torres, l’uomo del presidente, solo lui sa perché» è il commento più gentile. «Non è stato abbastanza cattivo, si è fatto imporre le idee da altri». Carletto d’Inghilterra èdiventato l’aziendalista , quello che attacca la bestia dove vuole il padrone, anche se la bestia è un centravanti da 50 milioni di sterline e zero gol. «Più di tutti, io ho pensato se far giocare Torres oppure Dorgba, nessuno ci ha riflettuto quanto me, non è andata bene ma lo rifarei». Ieri, la voce del padrone ha taciuto, Roman Abramovich non ha chiamato, non Carlo almeno, forse avrà fatto uno squillo al prossimo coach dei Blues.

E qui bisogna registrare un’interessante frase di Marcello Lippi: «Allenare il Chelsea? Sarebbe bello, mi piacerebbe un’esperienza inglese». Lo dice da tempo, Marcello, ma ripeterlo adesso ha tutt’altro sapore. «È stata solo colpa nostra, non c’entra», dichiara invece il Cech a nome dello spogliatoio tutto (beh, quasi tutto: magari Drogba la pensa diversamente, dopo 143 gol in 300 partite e una maglia da riserva in quella che contava di più). Il capitano Terry si aggrega: «Eravamo e siamo tutti con l’allenatore». Non basterà. Dunque è possibile che il sor Carletto torni a Roma per allenarla, finalmente, dopo averci vinto quello storico scudetto con Liedholm e Falcao. Gli scommettitori non incasserebbero troppo puntando su questa ipotesi (la quota è 1.50), mentre si fa strada uno scenario piuttosto suggestivo: Carletto al Real Madrid per sostituire Mourinho, al quale il Manchester avrebbe offerto un contratto quinquennale da 10 milioni di sterline a stagione, e nessun limite alle richieste di mercato. Roba da sceicchi, ma il folle scenario del calcio euro-arabo (il è di Mansur bin Zayd Al Nahyan, ed è considerato il club più ricco del pianeta) lascia aperta qualunque possibilità.



Certo, fa specie che debba andarsene con l’etichetta dell’aziendalista, il contrario di quanto gli capitò alla , dove gli Agnelli lo misero alla porta senza complimenti: pagò due scudetti non vinti, le papere di Van der Sar (il quale l’ha appena eliminato col Manchester) e l’attesa di Del Piero, che alla fine arrivò davvero, guarito, però furono altri a goderselo: dopo , guarda un po’, tornò Lippi. Si vede che era destino.