LA REPUBBLICA (M. CROSETTI) - Se Carlo dInghilterra ha un destino beffardo, non diventare mai re, Carletto dInghilterra non è da meno: il suo regno al Chelsea precipita dentro una Coppa vuota, come sempre perduta, e nessuno pensa che lui possa conservare la panchina.
dInghilterra non è da meno: il suo regno al Chelsea precipita dentro una Coppa vuota, come sempre perduta, e nessuno pensa che lui possa conservare la panchina. Laddio di Ancelotti a giugno è quotato a 1.33, limprobabilissima conferma vale 3.25, dunque anche i bookmakers hanno deciso che lavventura è finita. «Non so, non dipende da me», ripete Charlie. Ma sa benissimo ogni cosa, e in parte è dipeso anche da lui.
I giornali inglesi sono pieni di un matrimonio (William e Kate) e di un divorzio (Carletto e Roman). Più che altro, i tabloid scorticano vivo il nostro signor mister, mister mistero. «Ha fatto giocare Torres, luomo del presidente, solo lui sa perché» è il commento più gentile. «Non è stato abbastanza cattivo, si è fatto imporre le idee da altri». Carletto dInghilterra èdiventato laziendalista , quello che attacca la bestia dove vuole il padrone, anche se la bestia è un centravanti da 50 milioni di sterline e zero gol. «Più di tutti, io ho pensato se far giocare Torres oppure Dorgba, nessuno ci ha riflettuto quanto me, non è andata bene ma lo rifarei». Ieri, la voce del padrone ha taciuto, Roman Abramovich non ha chiamato, non Carlo almeno, forse avrà fatto uno squillo al prossimo coach dei Blues.
E qui bisogna registrare uninteressante frase di Marcello Lippi: «Allenare il Chelsea? Sarebbe bello, mi piacerebbe unesperienza inglese». Lo dice da tempo, Marcello, ma ripeterlo adesso ha tuttaltro sapore. «È stata solo colpa nostra, Ancelotti non centra», dichiara invece il portiere Cech a nome dello spogliatoio tutto (beh, quasi tutto: magari Drogba la pensa diversamente, dopo 143 gol in 300 partite e una maglia da riserva in quella che contava di più). Il capitano Terry si aggrega: «Eravamo e siamo tutti con lallenatore». Non basterà. Dunque è possibile che il sor Carletto torni a Roma per allenarla, finalmente, dopo averci vinto quello storico scudetto con Liedholm e Falcao. Gli scommettitori non incasserebbero troppo puntando su questa ipotesi (la quota è 1.50), mentre si fa strada uno scenario piuttosto suggestivo: Carletto al Real Madrid per sostituire Mourinho, al quale il Manchester City avrebbe offerto un contratto quinquennale da 10 milioni di sterline a stagione, e nessun limite alle richieste di mercato. Roba da sceicchi, ma il folle scenario del calcio euro-arabo (il City è di Mansur bin Zayd Al Nahyan, ed è considerato il club più ricco del pianeta) lascia aperta qualunque possibilità.
Certo, fa specie che Ancelotti debba andarsene con letichetta dellaziendalista, il contrario di quanto gli capitò alla Juve, dove gli Agnelli lo misero alla porta senza complimenti: pagò due scudetti non vinti, le papere di Van der Sar (il quale lha appena eliminato col Manchester) e lattesa di Del Piero, che alla fine arrivò davvero, guarito, però furono altri a goderselo: dopo Ancelotti, guarda un po, tornò Lippi. Si vede che era destino.