Il quarto posto può valere trenta milioni

05/04/2011 alle 11:51.

IL ROMANISTA (D. GALLI) - È bene che il concetto sia chiaro alla squadra. A chi, perlomeno, pensa di restare a Trigoria anche la prossima stagione e non ha già preparato le valigie. Se la Roma non si qualifica per la prossima Champions League, sono dolori. O meglio, sono sacrifici. Ulteriori. Sono lacrime e sangue per i futuri proprietari americani, ma lo saranno anche per giocatori e tifosi. Perché sì, mister DiBenedetto e i suoi tre soci Pallotta, Ruane e D’Amore si presenteranno in pompa magna staccando assegni. Ma i primi, i più consistenti, serviranno a lanciare l’Offerta pubblica di acquisto sulle azioni in possesso dei piccoli investitori.

Sono lacrime e sangue per i futuri proprietari americani, ma lo saranno anche per giocatori e tifosi. Perché sì, mister DiBenedetto e i suoi tre soci Pallotta, Ruane e D’Amore si presenteranno in pompa magna staccando assegni. Ma i primi, i più consistenti, serviranno a lanciare l’Offerta pubblica di acquisto sulle azioni in possesso dei piccoli investitori. E poi a fare quella che tecnicamente si chiama ricapitalizzazione. In pratica, dovranno ripianare il buco che farà registrare il prossimo bilancio. Si parla di un deficit di circa 36 milioni di euro. E poi? E poi hanno previsto anche del cash per la campagna acquisti, certo. Ma il suo ammontare dipenderà - attenzione, questa è una certezza - da quello che combinerà la Roma nelle prossime sette giornate di campionato.

Ma quanto influisce sui conti della Roma la ? Per saperlo basta consultare la relazione finanziaria annuale al 30 giugno 2010. Nel documento si legge: «I Ricavi di esercizio, al netto dei risultati della gestione operativa del parco calciatori, sono pari a 118,0 milioni di euro (141,2 milioni di euro, al 30 giugno 2009), in significativa flessione rispetto all’esercizio precedente, principalmente per la mancata partecipazione alla ed al venir meno dei relativi ricavi e proventi, allora conseguiti per 30,6 milioni di euro». Tradotto, anzi sintetizzato, aver preso parte all’Europa League - peraltro con esito fallimentare: eliminati ai sedicesimi dal Panathinaikos - e non alla è costato alla Roma 30,6 milioni di euro. Per quanto sia affascinante quella che adesso chiamano Europa League, i proventi che possono derivare dalla Coppa Uefa non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli della Coppa Campioni. La è davvero una miniera d’oro. E lo è a partire dagli spareggi di qualificazione, che la Roma sarebbe comunque costretta a disputare. Il doppio confronto assicura a ogni club 2,1 milioni. Passarlo diventa vitale. La qualificazione alla fase a gironi vale un bonus di 3,9 milioni. Prendete la calcolatrice, ora. Ai 3,9 milioni sommate i 550 mila euro per ogni partita giocata, che la Roma incasserebbe a prescindere dal risultato, più gli eventuali 400 mila euro per ciascun pareggio e (sempre eventuali) 800 milaper la vittoria.

Nell’ipotesi sciagurata che la Magica arrivasse alla fase a gironi, e poi perdesse sempre, la società incasserebbe comunque almeno 10,3 milioni solo dai bonus. Eh già, perché bisogna sempre tenere in considerazione anche gli incassi casalinghi al botteghino e il market pool, ovvero quella fetta di torta del mercato dei diritti tv che finisce nelle tasche dei club e il cui valore è variabile (dipende da criteri legati anche all’appeal del campionato di appartenenza) ma pur sempre milionario. Nella stagione 2006/07, pur venendo eliminata al primo turno la Lazio incassò 16,4 milioni. Mentre un anno fa, tra bonus Uefa, biglietteria e market pool, vincendo la l’Inter ha guadagnato circa 72 milioni di euro, di cui oltre 48 milioni(48.759.000, per la precisione) grazie ai premi Uefa. Messaggio per la squadra: sabato dovete battere l’Udinese. Adesso sapete perché.