IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Entro metà maggio, non più tardi, sapremo chi guiderà la Roma che verrà. Quindi poco prima della fine del campionato, ultima giornata il 22 maggio, o subito dopo. Sarà la prima pietra dellattesa rifondazione americana, fondamentale per lasciarsi alle spalle la fallimentare stagione che, a pesare le performances, di alcuni giocatori giallorossi sembra già chiusa, n
Montella continua a sentirsi in corsa per la conferma. Crede nel suo lavoro, a prescindere dai risultati scadenti delle ultime due gare. Sa che le telefonate di Baldini e Sabatini non sono state solo di circostanza. E sta prendendo atto della fedeltà dei senatori giallorossi, dei suoi ex compagni che fanno il tifo per lui, per averlo anche lanno prossimo. A vederli in campo, distratti e senzanima, non si direbbe, ma sono molti a sponsorizzarlo nei discorsi fatti con manager e dirigenti, non solo della Roma. Totti è il più convinto. E come il capitano, la pensano pure Perrotta, Pizarro, Taddei, De Rossi, Cassetti e Doni. Lo stesso Vucinic, martedì difeso in pubblico dal tecnico, è abbastanza schierato con lui.
Ma non può bastare la vecchia guardia. Del resto, a parte Totti, non si sa se tutti i senatori resteranno. E una frase di Tullio Camiglieri, responsabile della comunicazione del gruppo DiBenedetto, rende bene lidea di quali siano le intenzioni del consorzio americano. Non è un lapsus nè tantomeno una gaffe. Ma una considerazione sul progetto dei nuovi proprietari: «Il gruppo Usa vuole fare una Roma competitiva. Le strategie saranno concordate con i nuovi dirigenti e il nuovo allenatore». Insomma, la caccia alluomo per la panchina è aperta.
Il primo nome resta Villas Boas, marcato stretto da Franco Baldini. Quando il futuro direttore generale incontrò lallenatore del Porto si trovò di fronte un tecnico che, dossier alla mano, era informatissimo sul pianeta Roma. Il giovane portoghese, 33 anni, conosceva nei minimi particolari ogni calciatore. Schede personalizzate per ognuno. Villas Boas ha incontrato il manager dellInghilterra, senza però impegnarsi. A quanto pare la sua disponibilità lha già data al Liverpool. Quindi la Premier (cè pure il Chelsea) e non il campionato italiano (ci prova anche la Juve), seguendo il consiglio del suo maestro Mourinho. Tra laltro ha una penale, in caso di addio anticipato dal Porto, di quasi 15 milioni. «Finora nessun contatto con la Roma, nè con nessun altro club» ha fatto sapere ieri il portoghese. In effetti Baldini non è ancora tesserato del club giallorosso.
In unintervista al Sun, Carlo Ancelotti dice e non dice. Nel senso che lascia aperta ogni ipotesi. Anche di restare al Chelsea: «Ovviamente ho un piano per la prossima stagione, ma non è giusto rivelarlo adesso. Non ne ho parlato con i miei giocatori sono tutti dei bravi professionisti e capiscono che talvolta nel calcio lallenatore può cambiare. Al momento lavorano con me e forse in futuro saranno ancora con me. O forse con un altro tecnico». La Roma dei giovani, però, lo tenta poco. E il suo stipendi non si sposa con il progetto Usa.
«Dopo i due tentativi degli anni passati, può darsi che al terzo Ancelotti riuscirà ad andare al Real» rivela Bronzetti, manager Fifa che vive tra Terni, Milano e Madrid. Percentuali: «Cinque per cento che resti al Chelsea, zero che vada alla Roma e, se saltasse Mourinho, novantanove Real. Già due anni fa era vicinissimo, mi incontrai con lui e Perez, ero pronto a farlo firmare ma poi non se ne fece nulla». Dunque, tutto abbastanza chiaro. Per Carletto. Non per la Roma che deve ancora scegliere.