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IL TEMPO (A. AUSTINI) - Il desiderio inesaudito di Montella è la sintesi di tutto: «Se ci fossero qui persone legittimate dalla nuova proprietà sarebbe meglio per tutti». Ma queste persone, scelte dagli americani ben prima di acquistare la società, ancora non sono arrivate e Trigoria rimane una terra di nessuno.
Qualcosa non torna. Nella Roma ci sono due anime che viaggiano su binari diversi. Mentre gli attuali dirigenti contattano nuovi allenatori e giocatori, Sabatini presenta il suo piano (completamente diverso) a DiBenedetto e Baldini guida le fila dallInghilterra. Nel caso specifico di Montali, lequivoco nasce dalla promessa di un incarico importante fattagli da qualche rappresentante di Unicredit e resa irrealizzabili dalle legittime scelte degli americani: Baldini e Sabatini sono gli uomini a cui verranno affidate le chiavi della Roma, per tutti gli altri il futuro è da valutare. Se Pradè e Conti possono almeno contare su un contratto fino al 2013 e puntano a restare con incarichi diversi, il contratto di Montali scade a giugno. Ce ne sarebbe uno concordato dal dirigente con Unicredit, ma DiBenedetto è stato chiaro: il futuro direttore generale si chiama Baldini. La rivoluzione di Trigoria è annunciata a tutti i livelli e limminente cambio di proprietà ha scatenato una pericolosa guerra di successione. Ne fa le spese la Roma, spaccata dentro e fuori. Lagguato a Menez è lultima pagina di una stagione avvelenata. Follie, tensioni e un allarmante distacco dai tifosi: lOlimpico oggi sarà semideserto per la gara a ora di pranzo con il Chievo. Lo ha detto De Rossi: «Ci meritiamo questo».