IL MESSAGGERO (D. ARMERI) - I dolori del (non più) giovane Ancelotti cominciano mercoledì sera al 24esimo minuto del match contro il Manchester United a Stamford Bridge. Non si tratta solo di un mal di pancia passeggero. Ma di crampi acuti allo stomaco e di unemicrania che non se ne andrà certo con un antidol
Lunica cosa certa è che il suo fato si deciderà la prossima settimana con il match di ritorno allOld Trafford. Con il titolo di Premier League ormai andato (il Chelsea è quarto a 11 punti dai Red Devils) e luscita ignominiosa dalla Fa Cup (a causa dellEverton), la Champions è lunico obiettivo ancora a portata di mano. Anche se servirà un trionfo fuori casa. E con Rooney in stato di grazia si profila la necessità di un miracolo. Dopo le vittorie sfiorate nel 2004, 2005, 2008 e 2009, il quinto insuccesso di fila giustificherebbe il concetto di una Champions-maledizione. Ma non è tutta colpa di Carletto. Laltro male che affligge i Blues è lenigma Torres. Da super campione a mega flop. Abramovich ha sborsato 50 milioni di sterline per aggiudicarsi lo spagnolo, che dopo nove partite (ovvero 617 minuti) è ancora a secco. Nessun gol, nemmeno un quasi-gol. E quando Ancelotti dopo 70 minuti ha sostituito Drogba, anziché lo striker dimezzato, i tifosi si sono imbufaliti. Ordini dallalto? Forse lallenatore non si è dimenticato della scrollata di capo di Abramovich in occasione di una precedente sostituzione dello spagnolo. Torres deve giocare, anche se non segna. Perché prima o poi il piede doro tornerà a funzionare, sembrano essere le direttive del padrone.
La realtà però non cambia. E i milioni scialacquati dal Paperone di Mosca non la edulcorano nemmeno un po. Qualche commentatore sportivo scherza. Ci vorrebbe un esorcismo a Stamford Bridge o forse un viaggio collettivo in pullman fino a Lourdes. Qualunque cosa, purché porti una vittoria e faccia la grazia di guarire Mister Ancelotti.