Caos bacini d’utenza. Chi ci rimette e chi no se il tifoso «si allarga»

27/04/2011 alle 10:33.

GASPORT (M. IARIA) - La battaglia sui bacini d’utenza non lascia intravedere, per ora, segnali di un armistizio. Ieri le 15 società medio-piccole hanno depositato una memoria difensiva presso la Corte di giustizia federale contro il reclamo delle 5 big (Juventus, Inter, Milan, Roma e Napoli), sostenendo la legittimità della delibera con cui, nell’assemblea del 15, avevano individuato gli istituti demoscopici e definito i criteri di ricerca. I falchi minacciano un’azione di responsabilità nei confronti dei consiglieri di Lega che, «non ratificando la delibera, hanno tradito la volontà della maggioranza» . Ma si guarda soprattutto alla prossima resa dei conti: martedì, in assemblea, si potrebbe pure chiedere la decadenza del vice presidente Rosella Sensi, vista la paralisi del consiglio. Sull’altro fronte, De Laurentiis avverte: «Noi cinque probabilmente ci organizzeremo assieme per lo sfruttamento dei diritti tv (dalle interviste del dopo-partita alle telecamere negli spogliatoi, ndr)» .

Politica La Serie A si è spaccata sul concetto di «sostenitore» richiamato dalla legge Melandri. L’ex sottosegretario Giovanni Lolli spiega: «Abbiamo scelto quel termine, in accordo col mondo del calcio, per motivi giuridici: è lo stesso adoperato in altri provvedimenti e nelle normative federali. Adesso è il calcio che deve interpretarlo, non tocca a noi. Il nostro obiettivo era di incrementare le risorse e di distribuirle in maniera equa, dando di più alle piccole senza danneggiare le big nel confronto internazionale. Con un po’ di buon senso ci si può riuscire» . Le grandi vogliono pesare semplicemente i tifosi che dichiarano di avere una sola squadra del cuore, le altre puntano a conteggiare anche i simpatizzanti per una seconda squadra e a valorizzare l’audience televisiva. Sulla base di queste due ipotesi di ripartizione, abbiamo provato a fare una simulazione cercando di rispondere alla domanda chiave: quanti soldi ballano?

Ipotesi Secondo la mappatura del tifo del C. R. A., condotta da Marco Dell’Acqua, , Inter, Milan, e Roma catturano l’ 81%dei supporter di tutta la Serie A. Ma se dal sondaggio sulla «squadra del cuore» si passa a quello sulla «squadra simpatia» (un secondo team per cui c’è interesse), le differenze si riducono. E si assottigliano ancora di più prendendo in esame l’audience media stagionale, tra Sky e Mediaset, di ciascuna squadra in campionato. Cosa cambia, quindi, nella ripartizione dei 200 milioni, cioè il 25%della torta dei diritti tv? Nell’ipotesi A, considerato che uno stesso club non può percepire più di un quarto del totale, alla andrebbero 50 milioni; le briciole per Catania, Brescia, Parma, Chievo e Cesena. Se passasse l’ipotesi B, saldo negativo per le grandi: -10 per e Inter, -8 per il Milan, -2 per il . Stranamente ci guadagnerebbe la Roma, che pure fiancheggia le big. E raddoppierebbero i loro introiti squadre come Palermo, Lecce, Sampdoria, con benefici ancora maggiori per e Catania. La partita è tutta da giocare.