IL ROMANISTA (B.DEVECCHI) - Fatti i romanisti, bisogna fare lItalia. Ci fosse Massimo DAzeglio, probabilmente la penserebbe così, dopo aver letto le parole dei romanisti che hanno dato lustro allItalia nello sport. Francesco Totti, Daniele De Rossi, Simone Perrotta nel calcio lhanno portata in cima al mondo, Gian Paolo Montali nella pallavolo lha portata in cima allEuropa per due volte. Tutti e quattro hanno deciso di non far passare sotto silenzio i 150 anni dellUnità nazionale, che si festeggiano oggi.
Francesco Totti, Daniele De Rossi, Simone Perrotta nel calcio lhanno portata in cima al mondo, Gian Paolo Montali nella pallavolo lha portata in cima allEuropa per due volte. Tutti e quattro hanno deciso di non far passare sotto silenzio i 150 anni dellUnità nazionale, che si festeggiano oggi.
«E difficile non essere retorici quando si parla di patria, di nazione» dice Francesco Totti, uno che per lItalia ha messo a rischio la carriera, affrettando notevolmente i tempi di recupero pur di giocare il Mondiale del 2006. «Mi piace pensare ai militari italiani prosegue che in giro per il mondo difendono quello in cui crediamo e lo fanno con impegno e fierezza, rischiando la vita ogni giorno. Loro oggi sono il nostro esempio. A loro dobbiamo pensare quando oggi vedremo le parate e le celebrazioni. A loro e a tutti gli italiani che lavorano, ai ricercatori e agli artisti che danno lustro al nostro paese, alle persone che si impegnano per gli altri e a tutte le persone oneste che pagano le tasse e portano avanti una famiglia oggi tra mille difficoltà. Il nostro paese ha tanti problemi ma anche qualche ragione per festeggiare tutti insieme».
Oltre alle feste, però, è bene anche guardarsi dentro. Lo fa il romanista che più di tutti ha vestito la maglia dellItalia, Daniele De Rossi: «Gli altri paesi secondo me dimostrano spesso un maggiore senso di patria. E forse triste dirlo in un giorno come questo ma rendersi conto di cosa dobbiamo cambiare può aiutarci a crescere. Dobbiamo ricordare tutti la comunanza di valori che abbiamo noi italiani. In questo senso possiamo e dobbiamo crescere e renderci conto di quanto è meraviglioso il nostro paese».
Chi se ne rende conto è sicuramente Simone Perrotta, nato da una famiglia di emigranti e proprio per questo, comè normale che sia, ancora più sensibile al senso dappartenenza verso la nazione: «Mi piacerebbe che questa ricorrenza fosse lopportunità di ragionare concretamente sul significato dellUnità dItalia. Mi piacerebbe che non fosse semplicemente un giorno di festa ma loccasione di rendersi seriamente conto di quello che vuol dire Unità in un paese che spesso mi pare lacerato da troppe polemiche interne e che può crescere sotto tanti punti di vista. Lunità dItalia non deve essere tale sulla carta ma dobbiamo sentirla tutti e difenderla contro tutti».
Infine, il direttore operativo. Gian Paolo Montali da Traversetolo, cittadina della provincia di Parma dove sono nati anche Fanfulla da Guardasone, eroe della disfida di Barletta raccontato proprio da Massimo DAzeglio ed Enrico Puntoli, uno dei migliori amici di Mazzini e Garibaldi, che fu deputato nel primo parlamento dellItalia unita. «150esimo anniversario dellunità dItalia dice Se ne è parlato, si è scritto e si continua a parlarne tanto in questi giorni, ma oltre a questo occorre limpegno civile di tutti i cittadini affinché non restino solo le parole ma si concretizzino quelle che sono le idee di un popolo di pensatori, filosofi, artisti, scienziati. Non dobbiamo dimenticare da dove siamo partiti per creare un domani per i nostri figli, i nostri nipoti coloro che saranno il futuro dellItalia, senza barriere e distinzioni. Da parte di tutti noi dovrebbe esserci un maggior senso del dovere e del rispetto reciproco, rispetto per il nostro Paese, per la nostra storia: domani è loccasione per iniziare concretamente». Viva lItalia, viva la Roma. Anche a Trigoria, visti gli ultimi risultati, è tempo di Risorgimento.