LA STAMPA (G. BUCCHERI) - Quando, una settimana fa, firmava autografi in un negozio del centro di Roma, Gianluigi Buffon non aveva ancora ricevuto la prima telefonata giallorossa. «Io alla Roma? Ormai è tardi...», così il portiere della Juve a chi gli raccontava degli umori in una Capitale
Lunedì Thomas DiBenedetto, il presidente della Roma in pectore, sarà nella Capitale per le ultime firme in calce al passaggio di consegne fra la famiglia Sensi e la cordata Usa e nella valigia dellimprenditore di Boston ci sarà la lista dei colpi di mercato da mettere a segno. Gli americani vogliono una squadra in grado di vivere latmosfera della Champions League in maniera stabile nel prossimo quinquennio e per farlo cercano giocatori che sanno vincere, a prescindere dalletà. Buffon ha il peso di una storia e credibilità personale tale da non aver lasciato indifferente il capo cordata a stelle e strisce che ha già dato mandato ai suoi uomini di capire quali possono essere i margini di manovra per arrivare al sì del portiere bianconero.
Su Buffon, Roma e la Roma esercitano un fascino particolare. E un primo contatto, o meglio sondaggio, fra le parti cè già stato grazie ad una telefonata partita da Trigoria. Laffare non si presenta in discesa, ma non è nemmeno impossibile perché le parti potrebbero disegnare un copione con il lieto fine. Come? Buffon potrebbe accettare un riduzione dellattuale ingaggio (circa 6 milioni a stagione fino al 2013) davanti ad un nuovo accordo pluriennale e a quel punto la Juve e la Roma sarebbero nelle condizioni di sedersi attorno ad un tavolo per trovare lintesa sul valore del cartellino del portiere. «Gigi ha un contratto ancora di due anni, di cosa stiamo parlando», così Silvano Martina, procuratore di Buffon prima di raccontare come «lattuale situazione di stallo nella Roma possa influire nelleventuale trattativa». Ancora poche ore e DiBenedetto sbarcherà in via Veneto a Roma.