CORSPORT (P. TORRI) - La Roma americana nascerà a Boston. Entro venti giorni. Le firme saranno messe nella città dei Celtics e dei Red Sox, un principio di sinergia che nel business plan del progetto Colosseo è stato già inserito. Come sottolineato nellaccordo che Unicredit, Italpetroli, DiBenedetto e soci, hanno sottoscritto nella sera
SOCIETA -Nascerà una società italiana al sessanta per cento degli americani, al quaranta di Unicredit che, a sua volta, avrà la facoltàdi rivendere una quota della sua parte a un imprenditore italiano. A proposito, continuano a circolare i nomi del dottor Francesco Angelini, del gruppo Lamaro dei fratelli Toti, del gruppo Parnasi, del gruppo Angelucci, di Leonardo Caltagirone. Ma questo è un problema successivo, ora quello che conta è che vengano riscritti i contratti e i patti parasociali. Gli uffici legali si sono messi già al lavoro, lo stesso mister Tom DiBenedetto ieri, nel tardo pomeriggio, al termine di una giornata da turista nella Capitale, ha fatto una prolungata sosta nella sede dello studio Tonucci dove cè stata anche una conference- call con gli altri soci americani, Pallotta, Rouane e DAmore, a cui ha partecipato anche il dottor Fiorentino. Una volta terminato il lavoro, il tutto dovrà essere spedito negli Stati Uniti per essere esaminato, verificato e vistato da parte del gruppo americano. A quel punto il dottorPaolo Fiorentino e il dottor Peluso di Unicredit voleranno a Boston per il brindisi. Ha fatto molto discutere questa novità della società italiana. Qualcuno ha accusato il gruppo americano di aver cambiato le carte in tavolo.
A questo proposito, per quanto ci risulta, la proposta di creare una società in Italia, mister Di-Benedetto e soci l'avevano già fatta nelle riunioni di New York. Ma si preferì seguire un'altra strada.
SOLDI -Si è parlato molto, e si continua a parlare, della questione soldi. Che sarebbero stati la causa principale di questo cambiamento in corsa. Se ne è parlato al punto da mettere in dubbio la solidità economicadi mister Tom-DiBenedetto e dei suoi soci. Quasi che il dottor Fiorentino, il dottor Peluso e i loro legali fossero i pollastri da spennare al tavolo da gioco. Ci sentiremmo di escluderlo. E' chiaroche nella due giorni di riunioni si sia parlato di soldi, sarebbe folle pensare il contrario. C'è stata una ripartizione dell'investimento totale, si sussurra di una cifra intorno ai dieci milioni spostata dall'acquisto della società alla prima ricapitalizzazionecon la fondata motivazione di poter investire di più sulla Roma che verrà. E' altrettanto chiaro che quando si parla di soldi, tanti soldi, si parli pure di garanzie. Che, forse qualcuno se lo era dimenticato, erano già state date al momento del primo accordo con una struttura che poi è stata cambiata nella due giorni trascorsa allo studio Grimaldi. Queste garanzie, ora, dovranno essere spostate sulla nuova società. Una volta, ovviamente, che sarà costituita, non prima. In più, questa volta, dovranno essere fornite le garanzie sulla prima ricapitalizzazione.
Non resta che attendere. Fermo restando, per esempio, che ieri, proprio a proposito di garanzie finanziarie e solidità economica, è intervenuto anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno che martedì scorso, in tarda mattinata, ha avuto un incontro con il dottor Paolo Fiorentino, tema appunto il passaggio di proprietà che si stava materializzando in quelle ore.«Il gruppo americano ha solidità economica e farà una grande Roma», queste le parole del primo cittadino. Un altro pollo da spennareal tavolo da gioco?