Prof. Aiello: "Preparazione errata? Sarebbe incredibile"

01/03/2011 alle 09:13.

CORSPORT (G. D'UBALDO) - Per capire i pro­blemi della Roma abbiamo chiesto il parere al profes­sor Paolo Aiello, 37 anni, preparatore atletico del Bo­logna, insieme al professor Raione, che ha incontrato la Roma sei giorni fa. Aiello, da cinque anni al Bologna, lavora a tempo pieno per la prima squadra da questa stagione. Ecco il suo giudi­zio sulla Roma: « Mi ha fatto una buona impressione dal punto di vista atletico, an­che se quella è stata una partita un po’ strana, bloc­cata » .

La Roma ha subìto tante rimonte in questa stagione ed è stata spesso chiamata in causa la preparazione atletica: « Conosco come la­vora il vecchio Capanna, che per me è uno dei più bravi in circolazio­ne. Mi viene difficile pensa­re che uno con la sua espe­rienza possa sbagliare. Cre­do che l’aspetto psicologico sia fondamentale. Non co­nosco i dettagli, non posso entrare nel merito, ma il professor Capanna è un di tutto rispet­to, difficile che abbia sba­gliato » . La squadra potrebbe esse­re bloccata psicologicamen­te: «Si, è possibile, ma con il cambio di allenatore ci può essere qualcosa in più sul piano delle motivazioni. An­che contro il Parma, nono­stante la rimonta, si è visto qualcosa di positivo. Non so a cosa siano dovuti i motivi del calo, ci deve essere quel salto di qualità sotto l’aspetto fisico che i gioca­tori non riescono a fare » .

La Roma ha un’età media alta e questo può incidere: « Sicuramente ha la sua im­portanza. Se si lavora con i giovani c’è più predisposi­zione al sacrifi­cio. Ci sono i pro e i contro. Da una parte la dedizione al la­voro e al sacri­ficio, dall’altra l’inesperienza. A noi abbiamo un mi­xed di giovani e anziani e tra questi c’è un certo Di Vaio, un esempio come at­teggiamento sia in partita che in allenamento » .

Una delle prerogative del è giocare a ritmi al­ti ed è stato fatto un lavoro mirato: « E’ quello che cer­chiamo di attuare. Il fatto che ci sono giocatori giova­ni predisposti alla corsa aiuta molto. Non abbiamo fatto la preparazione con carichi a dicembre. Per noi è un concetto sba­gliato, come le doppie sedu­te. Anzi, abbiamo cercato di mantenere la brillantezza, che è l’aspetto che ci inte­ressa maggiormente. non facciamo le Coppe e possia­mo lavorare tutta la setti­mana per una partita. Cer­chiamo anche di individua­lizzare il lavo­ro. Gli anziani hanno biso­gno di un cer­to recupero, i giovani di un altro. E poi facciamo un lavoro mirato su chi non gio­ca. Chi non è convocato si allena la mattina e chi va in tribuna si allena quando ar­riva allo stadio. Con questi criteri cerchiamo di mante­nere una condizione medio alta fino alla fine della sta­gione, puntando sempre sul recupero di ogni giocatore, chi è stanco non lavora » .