REPUBBLICA.IT (M. PINCI) - La Roma imbocca il bivio decisivo della stagione. "Tra Lecce e Donetsk ci giochiamo molto", ammette Montella, entrato nel momento chiave dell'annata romanista: domani il viaggio in Salento che dovrà pesare le ambizioni del club giallorosso in campionato.
"A LECCE PER VINCERE" - I segnali raccolti in questi dieci giorni da tecnico della Roma, rassicurano Montella per presente e futuro: "La Roma ha giocatori di un certo tipo, deve andare a Lecce per provare a vincere la partita. Ma in ogni caso ci sarebbero i margini per rientrare nella lotta Champions". Ma Montella è pronto a giurare sulla determinazione della squadra: un posto nella prossima Champions, oltre a salvare la stagione, garantirebbe anche alla futura proprietà mezzi in più per rilanciare il club. L'allenatore conta sulla voglia della squadra: "I ragazzi stanno mettendo grande determinazione, hanno spirito di rivalsa e grossa disponibilità verso di me. Serve un po' di tempo e nel calcio non ce n'è, non c'è neanche tempo per allenarsi. Ma i segnali sono ottimi". Neanche il calo fisico in questo momento deve frenare la Roma, almeno nelle intenzioni di Montella: "E la scarsa preparazione non deve diventare un alibi. Io devo intervenire e risolvere il problema".
MENEZ E PIZARRO IN DUBBIO - A Lecce, in ogni caso,
il tecnico non potrà contare su Totti squalificato. Insieme a Borriello, dovrebbe giocare Vucinic, mentre Menez ha accusato oggi un fastidio alla schiena che rischia di tenerlo fuori: "Lui vuole esserci, ma non so se domani potrò averlo. Comunque su di lui conto molto, è uno che può fare la differenza. Deve maturare, ma come talento non si discute. Lo vedo bene da esterno ma anche dietro la punta, dove forse individualmente potrebbe esprimersi anche meglio, ma togliendo qualcosa alla squadra nella fase di non possesso. Ma riuscirà a darci qualcosa in più. Poi deve capire che c'è anche la fase di difesa e un allenatore deve valutare queste cose". Sin qui, con Montella in panchina il francese ha trovato spazio solo a gara iniziata. "Dai cambi mi aspetto di più - punge il tecnico, alludendo anche al trequartista - perché possono cambiare la partita. A volte non si entra in partita e può capitare, una volta ci può stare, ma se diventano due un allenatore inizia a tirare delle conclusioni". Chi spera di esserci dall'inizio è Pizarro, reduce dal guaio al ginocchio riportato domenica: "Ma sta meglio, si è allenato ieri e oggi, anche se fastidio ne ha ancora e non è detto giochi". Dovesse mancare il cileno, non sarà Greco a sostituirlo: "Ha fatto ottime cose, come caratteristiche però lo vedo diverso da Pizarro. Cerchiamo di organizzarci, non possiamo dipendere dalle assenze di un giocatore".
"MOURINHO? NON MI TURBA" - Ma le domande che attirano maggiormente l'attenzione di Montella sono quelle sul futuro: da Mexes a Mourinho, voci più o meno concrete che innervosiscono la vigilia giallorossa. Sul centrale, Il tecnico ha le idee chiare: "Non so se ha firmato o meno e chiederlo sarebbe antipatico. Io lo valuto per quel che fa in campo. Ha dimostrato di essere attaccato a squadra e piazza, ha rifiutato negli anni proposte importanti. Se davvero se ne andrà potrebbe voler dire che da qui alla fine darà anche qualcosa in più per lasciare un buon ricordo". Quasi divertito, invece, quando parla dell'ipotesi (infondata, per la verità) di vedere Mourinho a giugno sulla panchina dell'Olimpico: "È un grande tecnico e la sua storia parla da sola. Le voci di possibili allenatori non mi turbano, l'ho detto subito. E di nomi fino ad oggi ne ho sentiti anche pochi".
CERTEZZE - Una parentesi la merita anche Adriano, che nelle ultime ore sembra essersi in qualche modo riavvicinato alla Roma: "Per ora è infortunato. Deve recuperare. Lo valuterò senza condizionamenti sul suo passato e su ciò che sappiamo. Valuteremo se può darci una mano o no". Anche perché nelle proprie valutazioni, Montella giura di guardare solo al bene della squadra: "Non ho condizionamenti, punto su chi credo possa essere più affidabile. C'è bisogno di questo al di là dell'età o della simpatia. Servono certezze". Oggi, la cosa più importante.