IL MESSAGGERO - «E la partita più importante da quando sono arrivato». La sfida con la Fiorentina, allora di pranzo, ha dunque il valore di un esame. Vincenzo Montella è da un mese alla guida della Roma e ormai non deve scoprire più niente
Lavvertimento di Montella (stessa cosa aveva fatto Montali, che aveva notato un calo dattenzione post-derby), uno che conosce bene il pianeta romanista, è ai giocatori. «Io ero più tranquillo prima della gara con la Lazio. Perché al derby ci presentavamo con le giuste motivazioni e con la voglia anche di rivalsa dopo lultima sconfitta. Adesso è difficile, invece, trovare le stesse condizioni». Ma si assume la responsabiità per determinare lo stesso approccio: «È compito dellallenatore far sì che la squadra si ripeta. Anche perché se riuscissimo a mettere in campo lo stesso spirito agonistico sicuramente faremmo una grande partita che in partenza è molto delicata». Torna alla Lazio, insomma, ma non per rispondere alle ultime provocazioni di Reja sugli aiuti alla Roma: «Io sono abituato a guardare avanti, quindi alla gara con la Fiorentina che è molto più importante per me di quella che è stata giocata. Evidentemente in questo ambiente è così, si parla sempre del passato e non si guarda avanti».
Meglio pensare a Mihajlovic che ricorda compagno «capace di darmi consigli preziosi». Che elogia come tecnico «per la passione e il temperamento, per la competenza tecnica e tattica e per lequilibrio». «La Fiorentina, rientrati alcuni uomini fondamentali, ha ritrovato unidentità e certezze. In casa ha la seconda miglior difesa del torneo. Da qualche partita ha scelto un sistema di gioco che funziona, ma che, come il nostro, può avere punti deboli. Chi riuscirà ad interpretare meglio le situazioni anche con le individualità, vincerà la partita».
Totti al Franchi non ha mai fatto centro in carriera. Montella offre al capitano la sua esperienza con i tabù da giocatore e indirettamente lo carica. «Ricordo che allo stadio di Torino che non riuscivo mai a segnare, così come non battevo mai Peruzzi. E sapete meglio di me come è andata a finire, quindi alla fine qualcosa il destino ti dà sempre». Il gol da scudetto al Delle Alpi, la quaterna allex portiere della Lazio. Ma più che le reti pensa alle performances di Francesco: «Al derby ci ha fatto vedere una prova agonisticamente e fisicamente al top, oltre che tecnicamente. Mi aspetto di trovarlo così come lho lasciato domenica, in ottime condizioni». Non lo vede in ansia per il gol storico ancora da realizzare, il duecentesimo in serie A. «E molto più abituato di noi a vivere certe vigilie, perché ne ha battuti tanti di record». Non boccia il tandem con Borriello, ma rinvia lesperimento: «Sono diversi e si possono completare. Ma poi cè il resto della squadra che necessiterebbe di altre caratteristiche».
Montella si ferma al presente, evitando di scrutare lorizzonte per capire che ne sarà di lui. «Mi fa molto piacere sentire la fiducia dei tifosi. Con loro cè sempre stato un feeling particolare e spontaneo. Prima come ora. Io sono contento e li ringrazio. Ma i sondaggi di questa settimana erano dopati perché fatti dopo il derby. Era a mio favore». Aggiunge, sulle voci che chiamano in ballo altri nomi, diversi dal suo, per la panchina della Roma: «Sono voci con le quali, in un senso o nellaltro, bisogna convivere in questo mestiere. Non mi turbano, nè mi fanno perdere lobiettivo di far bene in queste partite, di prepararle sempre nello stesso modo. Perché la Champions si può guadagnare o perdere anche per un punto». Con una precisazione che è anche un messaggio: «Credo non sia per questo che si viene giudicati». Già, conta il lavoro.