Ma Petrucci lo punge: «Rispetti l’Olimpico»

29/03/2011 alle 10:57.

GASPORT (A. CATAPANO) - Non pensava di aver detto una cosa tanto sconvolgente. In fondo, sono solo venticinque anni che la Roma cerca casa, possibilmente di proprietà. A Dino Viola l’idea venne in bagno, «mentre mi facevo la barba, mi sono detto: perché il Napoli riesce a incassare anche un miliardo e 700 milioni a partita e noi al top almeno 600 milioni di meno? Semplice: perché l’Olimpico è brutto, scomodo, tiene a casa migliaia di appassionati» , disse in un’intervista a Repubblica. Era il 1987.

«Una svolta epocale, coronato il sogno di papà» , disse commossa il giorno della presentazione. Pazienza se successivamente si scoprì che dietro il progetto c’era poco e niente, che ai Beni culturali non ne sapevano nulla e in Comune stanno ancora aspettando. Contava l’idea. Botta e risposta Che ieri Thomas DiBenedetto ha soltanto rilanciato. «L’Olimpico non gratifica la passione dei romanisti — ha detto nell’intervista concessa alla Gazzetta —: tribune troppo lontane. Serve un impianto nuovo, senza pista d’atletica, uno stadio all’inglese. E ai club italiani servono impianti di proprietà per tornare competitivi in Europa, spero che il Governo faccia qualcosa» . Gianni Petrucci, presidente del Coni che l’Olimpico ce l’ha, lo gestisce e lo affitta a Roma e Lazio, non l’ha presa sportivamente. «DiBenedetto non è partito col piede giusto. Le sue battute sullo stadio Olimpico non mi sono piaciute affatto. Gli stadi di proprietà sono la strada giusta, purché li facciano però. Nell’attesa rispettino l’Olimpico. DiBenedetto non è ancora presidente della Roma ha aggiunto — e la prima cosa che ha fatto è stata quella di attaccare l’impianto dove Roma e Lazio ci chiedono di giocare. Se questa è la sua partenza, da parte nostra non può esserci entusiasmo» . Nemmeno i romanisti sono particolarmente entusiasti, ma dell’Olimpico