I due scudetti persi hanno tolto serenità

01/03/2011 alle 09:26.

CORSPORT (P. TORRI) - «Tutto dipende dalla te­sta, se sta bene quella, le gambe vanno di conseguenza ». L’abbia­mo sentita diverse volte, da decine di allenatori, tecnici, preparatori atletici, medici. Difficile, peraltro, non essere d’accordo. In qualsiasi lavoro, una testa serena consente di lavorare di più e meglio. Figu­riamoci in un calciatore e, ancora di più, in un gruppo di giocatori. Che questa Roma non sia serena, non ci sono dubbi.

SERENITA’ -C’è una mancanza di se­renità di testa nei singoli e nel gruppo. Che, a nostro giudizio, ha cominciato a minare le convinzio­ni di questo gruppo, che è lo stes­so da quattro-cinque anni, nel gior­no dello scudetto mancato a ­nia. Quella Roma, record storici di punti e vittorie, quello scudetto era convinto di meritarlo. Non averlo vinto, ha dato la prima botta alle sicurezze dei singoli e del gruppo nel suo insieme. Situazione che si è aggravata negli anni succesivi, in particolare nel passato campiona­to, quando ancora una volta lo scu­detto è stato toccato sino all’ultima giornata e poi è stata ancora l’Intera cucirselo sulla maglia. Queste delusioni hanno portato il gruppo, ripetiamo sempre lo stesso da quattro-cinque anni, a vivere con sempre minore serenità le vicende del campo. La conseguenza è stata che alla prima difficoltà, la squa­dra spesso e poco volentieri è en­trata in angoscia riuscendo a pa­reggiare o perdere partite che fino a quella difficoltà l’avevano vista vincente. Le ultime due partite di campionato, i tre gol di vantaggio a Marassi con il , i due con il Parma, risultato un punto conquistato, sono la dimostrazio­ne di come questo gruppo faccia fatica ad affrontare nella maniera giusta una difficoltà. Come, ol­tretutto, è eviden­ziato da un nervosi­smo evidente, testimoniato non so­lo dai sette cartellini rossi subiti, ma anche dalle litigate in campo tra gli stessi giocatori, ultimi esempi Burdisso e a Cluj, Ju­lio Sergio e Mexes a Genova.

RIMEDI -Non è facile trovarli. An­che perché questo tipo di proble­mi, nel gruppo Roma, è presente ormai da diverse stagioni senza che nessuno sia stato capace di trovare una soluzione. Banalmen­te, si potrebbe dire che c’è biso­gno di un ricambio di uomini nel gruppo, un po’ la cosa che disse Luciano Spalletti alla società quando parlò di ringiovanimento, parlando di rinfrescata e riverni­ciata. Non fu fatto. Spalletti se ne è andato rassegnando le dimissio­ni, così come ha fatto Ranieri. E i giocatori e il gruppo sono rimasti gli stessi.