DiBenedetto: stadio stile Chelsea. Olimpico è già scontro con Lotito

30/03/2011 alle 12:58.

LA REPUBBLICA (M.PINCI)- E' bufera intorno all’Olimpico. Mentre si continua a discutere sui dettagli della cessione della Roma a Thomas DiBenedetto, il presidente della Lazio Claudio Lotito rilancia il suo “sogno” e torna a parlare dello stadio capitolino che il leader del gruppo statunitense ha criticato nella sua prima intervista italiana, scatenando l’ira del numero uno del Coni Gianni Petrucci. Una posizione, quella del verticedello sport tricolore, condivisa dal lider maximo biancoceleste che «da sei anni» combatte la sua “battaglia” per avere un campo da gioco (e non solo) di proprietà. «Io non recrimino sulla qualità dell’Olimpico — attacca Lotito — un impianto che il Coni ha messo a norma, che per l’Uefa è a cinque stelle.

Il problema, però, è un altro: «Se non ci fosse l’Olimpico, Roma e Lazio dove a drebbero a giocare?». La cordata statunitense avrebbe pronta l’alternativa, da realizzare tra i 5 e gli 8 anni dall’acquisto del club. In attesa dell’approvazione, sempre meno semplice, della legge nazionale sugli stadi, il gruppo Usa pensa a un impianto di proprietà del club giallorosso, da realizzare sui terreni di un partner italiano (in questo senso resta forte la candidatura del costruttore ), sul modello dello Stamford Bridge del Chelsea, con capienza da 45 mila posti. Più piccolo dell’Olimpico, quindi, per garantire un sold out costante. Perché uno stadio sempre pieno porta introiti dalla biglietteria, ma anche sponsor. Non solo, però: intorno allo stadio sorgerebbero un centro commerciale, uno store del club e una à dello sport dove vivere la Roma sette giorni su sette. Riprendendo, sebbene in formato ridotto, il progetto di Rosella Sensi annunciato in pompa magna in Campidoglio nel settembre 2009. Quando il sindaco Alemanno e l’allora governatore Marrazzo diedero il via libera alla realizz zione del nuovo tempio giallorosso su un’area di ben 150 ettari fra l’Aurelia e Boccea, con tanto di villette a schiera e persino un laghetto. Dal disegno a stelle e strisce queste ultime suggestioni sono sparite. Ma non è detta l’ultima. Per adesso si tratta solo di idee e sogni. Almeno fino alla firma con Unicredit.