REPUBBLICA.IT (M.PINCI) - Solo poche settimane fa, Totti e compagni erano un gruppo incapace di gestire risultato e nervi, vittima di isterie collettive specchiate in rimonte incredibili subite a gara già virtualmente chiusa. Ma quando la dama giallorossa, che solo dodici mesi fa partecipava al ballo per il titolo, sembrava tornata cenerentola, la rivoluzione.
Una Roma che piace anche a DiBenedetto. Il leader della cordata Usa, intanto, registra lo slittamento del termine per chiudere la trattativa in esclusiva: dal 17, la data finale slitterebbe al 31 marzo. Un rinvio tecnico, che serve a Unicredit per rispondere inviando i propri commenti sui patti parasociali e attendere le risposte Usa. Nessun problema, almeno su questo non ci dovrebbe essere dubbio. Anche per questo, DiBenedetto ha commentato ieri con i suoi collaboratori il derby vinto: "Che partita! Ho visto una squadra andare in campo con lo spirito giusto, con la voglia di sacrificio e la giusta disponibilità mentale. Speriamo che continuino così. Totti ieri ha dimostrato quanto possa ancora fare la differenza e come sia in grado di elevare il livello della squadra". Il segreto? Più d'uno, a dire la verità. Dagli allenamenti al dialogo con la squadra, dal modulo alle motivazioni: Montella ha ricostruito innanzitutto la fiducia della squadra in sé stessa e i rapporti - tutti o quasi - tra i singoli. Riportando quella "normalità" che per anni aveva predicato Spalletti.
INNOVAZIONI - Fare di Montella un alter ego dell'ex tecnico romanista sarebbe sminuirne i meriti. Ma il neo allenatore degli anni con l'allenatore toscano ha conservato ricordi nitidi. Si è ripartiti proprio dallo staff che a Roma aveva portato Spalletti: ritorno di Andreazzoli e Franceschi e di Bertelli nel ruolo di preparatore atletico. Parole d'ordine, intensità e innovazione: per questo, Montella ha chiesto (e ottenuto) l'acquisto di un sistema gps satellitare (GPS elite), utilizzato in Inghilterra ma mai prima in Italia, utile a monitorare i metri percorsi, le velocità, le accelerazioni, i ritmi di 10 atleti al giorno. Si tratta di dispositivi simili a un cellulare da inserire in canottiere che possono indossare 10 atleti per volta, e che calcolano a fine giornata l'intensità e la qualità del lavoro. Dati poi valutati dallo staff per pianificare gli obiettivi tattici, tecnici e clinici dei singoli.
ALLENAMENTI - Non solo tecnologia, però: perché il gruppo sta imparando a riconoscere la meticolosità di Montella anche nella cura dei dettagli. La squadra riposa non più nel giorno dopo la gara - quando chi non ha giocato svolge sedute di carico massimo - ma quello successivo, una pratica spagnola e inglese che Montella aveva potuto apprezzare nella breve esperienza al Fulham. Poi, allenamenti specifici ruolo per ruolo e simulazioni di situazioni di gioco, oltre all'utilizzo di casacchine colorate e numerate così che, in caso di richiamo, si dice il numero e non il nome del giocatore "ripreso". Ma il tecnico insiste molto anche sulla tattica: reintrodotte le "spallettiane" partitelle a campo ridotto, con le "sponde" per non far uscire il pallone e tenere sempre alta la tensione. Soprattutto, un lavoro atletico intenso, finalizzato a obiettivi tecnico-tattici e di tenuta nel medio periodo. Un modo per conquistarsi la stima di tutti.
PSICOLOGIA - Non certo l'unico, però. Perché Montella parla molto con i suoi ragazzi sul campo, con consigli continui e interruzioni dell'allenamento per spiegare i movimenti, e in partita sfruttando le pause di gioco. Ma anche (soprattutto) nello spogliatoio: ultimo, solo in ordine di tempo, il colloquio con Riise nella settimana del derby. Un face to face a Trigoria per rassicurare il norvegese, reduce da un periodo nerissimo e da critiche feroci, sulla garanzia di un posto da titolare. "Gioca tranquillo e vai sempre incontro alla palla, non aspettarla", gli ha detto Montella per provare a restituirgli sicurezza. Con Totti, è bastato anche meno: a lui il tecnico ha affidato la Roma già prima di Dontesk: "Mi servi per il derby, devi fare due gol". Detto, fatto.
MODULO - Con la squadra Montella ha parlato a lungo anche nel giorno dell'insediamento: un colloquio per conoscere i pareri del gruppo sul modulo da adottare. Discussione approfondita anche con lo staff. Poi la scelta. Largo a uno spartito conosciuto dal gruppo e per cui il gruppo era stato costruito: il 4-2-3-1. Perché Montella è così: ascolta tutti, poi sceglie da solo. Ha idee, e anche molto chiare, cosa che ha stupito più di qualcuno, prima delle gare mostra delle slide con i movimenti da evitare e quelli da fare per vincere le gare. In più, ha mostrato un carattere glaciale, apprezzato anche al derby, una tranquillità che si sposa con l'idea di una Roma diversa. Simile, sempre di più, a quella che sta nascendo.