
CORSPORT (P. TORRI) - Prima con Spalletti. Poi con Ranieri. Ora pure con Montella. Ma si potrebbe anche andare più a ritroso nel tempo per avere ulteriori conferme di come la Roma, più o meno da sempre, sia stata una squadra che ha vinto di meno di quello che avrebbe potuto. Per carità, ci sono state anche motivazioni arbitrali, diciamo così, a impedirlo, ma rimane un dato di fatto. E cioè che la Roma degli anni ottanta di Nils Liedholm abbia vinto molto meno di quello che avrebbe potuto, così come la stessa valutazione si può fare della Roma di Fabio Capello
Ma torniamo ai giorni nostri, diciamo così. Cioè da Spalletti in poi. Prendiamo in esame la stagione che si è conclusa con lillusione scudetto vissuta a Catania. Al di là di qualsiasi altra considerazione sulla gestione degli arbitraggi in quellannata e pur ricordando come quella Roma sia stata quella capace di ottenere i record societari come punti e vittorie, cè da dire che quello scudetto rimasto in gola, fu anche conseguenza di sette partite finite in parità, dopo che la squadra giallorossa era stata in vantaggio. Alcune di queste furono decise proprio nei minuti finali, come il due a due allOlimpico con la Juventus, o come, ancora di più, per il pari dellInter a San Siro ottenuto da Zanetti quando mancava pochissimo al novantesimo.
Ma anche a Firenze finì con la divisione dei punti (pareggio di Mutu su rigore a dieci minuti dalla conclusione), a Empoli i giallorossi dilapidarono un doppio vantaggio, per tre volte allOlimpico in vantaggio con il Napoli, risultato finale un quattro a quattro che ancora in molti ricordano, senza dimenticare le due partite contro il Livorno, due pareggi per uno a uno con la Roma, entrambe le volte recuperata da una squadra che finì la stagione allultimo posto con trenta punti.
Il Livorno ci consente di passare con naturalezza alla Roma di Claudio Ranieri, quella che lo scorso anno ha risognato lo scudetto sino allultima partita. Una Roma che, con il Livorno, poi retrocesso, fece un punto su sei, perdendo in casa, ma soprattutto facendosi raggiungere due volte nella gara di Livorno, due punti persi che hanno avuto un peso determinante nellesito finale. Ma questa sindrome da recupero, si era manifestatata anche in altre partite. A San Siro sia con il Milan che con lInter i giallorossi passarono in vantaggio e poi furono ripresi dai nerazzurri, superati dai rossoneri. Ma gli esempi più esplicativi sono state le trasferte di Cagliari e Napoli. In Sardegna nel recupero del secondo tempo, la Roma era in vantaggio di due gol, finì incredibilmente due a due (ma il primo gol del Cagliari era palesemente irregolare). Stessa storia al San Paolo. Due reti di vantaggio a un quarto dora alla fine, è finita in pareggio. Giusto per alimentare questa sindrome da recupero.