IL ROMANISTA (F. BOVAIO) - Non hai molto da recriminare se prendi sei gol in due partite dallo Shakhtar che in questa edizione della Champions ne ha segnati in totale diciotto, un terzo dei quali proprio alla Roma. Certo, tutto poteva essere riaperto dal rigore sbag
E ora sarà bene riconquistare la Champions in campionato, a cominciare da domenica contro la Lazio, già vittima di quel Borriello che non segna ormai da trentacinque giorni, ovvero dal 2 febbraio, quando firmò l1-1 casalingo con il Brescia. Sempre se giocherà, ovviamente, visto che in omaggio al turnover nel derby dovrebbe andare in panchina per lasciare la maglia da titolare a Totti. Da quel suo ultimo gol, però, è iniziata la crisi nera della Roma, che da quel giorno ha giocato otto gare (sei di campionato e le due di Champions con lo Shakhtar) senza il privilegio di un gol del suo bomber stagionale, che nelle precedenti trentuno partite di reti ne aveva messe insieme quindici. Ritrovarlo vivo e attento sotto porta, dunque, diventa fondamentale per dare lassalto al quarto posto, così come cercare di porre rimedio al buco difensivo che sta pian piano diventando una voragine.
In trentanove partite ufficiali, infatti, la retroguardia giallorossa ha preso già sessanta gol (tanti quanti quelli segnati), per una media altissima di 1,53 a gara. I guai nascono soprattutto da questo dato, perché a pallone vince sempre chi prende una rete in meno degli altri e difficilmente chi ne segna una di più. Lo dicono le statistiche, non noi e un motivo ci sarà. E proprio per colpa dei troppi gol presi (talvolta davvero da polli) se di trentanove gare ufficiali la Roma ne ha già perse un terzo (tredici), di cui otto con tre o più gol al passivo, quattro delle quali nell?ultimo mese (5-3 a Milano con l?Inter, 2-3 e 3-0 con lo Shakhtar, 4-3 col Genoa). Più che di portieri o di difensori sembra proprio un problema di testa generale. Sarà bene risolverlo in fretta. Se possibile.