
CORSPORT (L. CASCIOLI) - I lupi, si sa, perdono il pelo, perdono le occasioni, perdono gli allenatori, ma non perdono il vizio. Stavolta però perdono anche Pizarro, che adesso è il giocatore della Roma che rischia di più, da quando tutti hanno avuto la prova provata che la Roma, questa Roma, dipende soprattutto da lui. Montella il suo compitino lo aveva fatto bene: modulo tradizionale, intensità di gioco, scambi più veloci. Il tutto orchestrato dal cileno in cabina di regia. Una Roma ordinata, tonica e puntuale che senza fare grandi cose, senza ricorrere a grandi giocate, tenendo anzi i suoi campioni alla briglia, aveva facilmente maturato un tranquillo vantaggio, sfruttando due occasioni da calcio piazzato.
Ci consola solo il pensiero che i nuovi padroni della Roma non potranno essere ingannati da presunte rinascite della vecchia squadra. Né potranno puntare a semplici ritocchi. Ci vuole un radicale, paziente piano di rilancio, salvando quello che c'è salvare di questa Roma, ma tracciando, assieme al tecnico, a cui affideranno la responsabilità di gestirlo, un programma di ricostruzione serio, coerente e ragionato. Prendersela con l'allenatore è solo una vigliaccata e Ranieri non ha bisogno di assumere le sue difese. I problemi che ha dovuto affrontare li conosciamo tutti. E sappiamo anche che alla fine è stata anche colpa sua, specie quando ha pensato di ricondurre la squadra sui giusti binari, rompendo con alcuni giocatori, colti in flagrante difesa dei propri interessi personali.
Il romanticismo nel calcio è finito da un pezzo. La crisi della Roma rivela in modo vivo ed attuale che nella Roma, in questi ultimi anni si è respirato troppo odore di chiuso e l'ipotesi che si trattasse solo di scelte sbagliate dalla panchina è sempre molto piaciuta a qualche tifoso illuso e a qualche critico troppo indulgente. Per adesso non ci resta che sperare che Pizarro recuperi presto. Anche se questa Roma, che sembra dipendere da un solo giocatore è l'immagine più inquietante della crisi.