IL ROMANISTA- «Larrivo di DiBenedetto è lunica cosa certa». E il resto? «Sono chiacchiere, solo chiacchiere». Roma è una città bravissima a montare i casi. Pur non essendo romano, Gian Paolo Montali lo sa bene. Ecco perché ancora una volta il direttore operativo è costretto a intervenire. Per dire basta. Per chiarire, di nuovo, che qua non si discute del se gli americani giungeranno.
Non serve uno scienziato per comprendere quale sia questo obiettivo di cui parla il direttore. Montali è luomo deputato a traghettare la società dai Sensi a DiBenedetto. Ma tra qualche mese sarà il massimo dirigente. Sarà il futuro direttore generale. Attualmente è il primo referente per la squadra, ma in futuro si occuperà di altro. In primis, di definire con Di- Benedetto le strategie operative. Non gestirà larea tecnica, a quello ci penserà unaltra figura. Franco Baldini? Sì, è questa la figura giusta. O almeno quella contattata per prima dallo studio Tonucci. Lex ds romanista attende però, lo ha detto a dicembre via conference call a DiBenedetto in persona, che si completi il procedimento di vendita. Prima prendete la Roma, poi vi prometto che torniamo a sentirci, ha risposto quel giorno Baldini di fronte alle insistenze degli americani. Se non è in dubbio il buon esito della trattativa, è invece incerta la data precisa in cui verranno apposte la firme al contratto di vendita. «I tempi sono particolari spiega ancora Montali - perché la Roma è quotata in Borsa. In più è il primo caso in cui una società italiana passa in mani americane. Io dico solo che ci sono due persone che sanno realmente quanto tempo ci vuole per chiudere: Di Benedetto e Fiorentino ».
I tempi sono in ogni caso stretti. Strettissimi. Fonti finanziarie ripetono che la Roma diventerà a stelle e strisce entro questa settimana. E quindi ben prima del termine, previsto e concesso dal Cda di Roma 2000, del 30 marzo per la conclusione della trattativa in esclusiva. Unicredit, Rothschild e lo studio Tonucci, che fa da advisor per gli americani, hanno fatto calare una cortina fumogena attorno alla sede dove Fiorentino e DiBenedetto si daranno la storica stretta di mano. Milano, Londra e New York sono plurigettonate. Chissà, però, che alla fine non venga scelta proprio Roma.