Un po’ d’America è già a Roma

05/02/2011 alle 10:42.

CORSPORT (L. SCALIA / INFOPRESS) - Dimensione internazionale. Sembra strano a dirsi, ma eccola qui, a Roma: via Veneto, tra caffè, alberghi a cinque stelle, macchine di lusso, donne bellissime. Servizio in camera compreso nel prezzo, sia chiaro.

CORSPORT (L. SCALIA / INFOPRESS) - 
Dimensione internazionale. Sembra strano a dirsi, ma eccola qui, a Roma: via Veneto, tra caffè, alberghi a cinque stelle, macchine di lusso, donne bellissime. Servizio in camera compreso nel prezzo, sia chiaro. C’è chi parla inglese, chi arabo, chi francese. Italiano poco e male. Ma alla fine l’im portante è capirsi, l’ideale sarebbe da vanti all'Ambasciata degli Stati Uniti, senza sbagliare pronun cia, perché la Roma è sempre più vicina a Thomas R. DiBenedetto, il miliardario di Boston. Oppure, vista la situazio ne, “the billionaire”. Suona meglio, suona di più. 



AMBASCIATA
 - Mancava il vento ieri pomeriggio, così la bandiera a stelle e strisce era a riposo, arrocca ta sul lato sinistro, protetta dall'occhio vigile di Carabinieri e Polizia, apposta ti anche nelle vie interne. Dentro, oltre le sbarre, un via-vai continuo: tutti al lavoro, di fretta. « Mi sentirei sempre più a casa in caso di acquisto della so cietà sportiva giallorossa da parte di un gruppo statunitense, anche se vivo nella Capitale da 20 anni. Noi ameri cani sappiamo cosa vuol dire busi ness » , dice un passante senza fermar si. 



BUSINESS
 - Già, business, la parolina magica: investimento, magari con una super campagna acquisti, e poi guadagno tramite lo stadio di proprietà e il merchandising. « è fortissimo» , dice un altro con un chiaro accento straniero. E via di corsa: qui si lavora, si produce col turbo. 



HARD ROCK
 - Di fronte al l'Ambasciata c'è l'Hard Rock Cafè, passaggio quasi obbligato per i turi sti. Una catena di risto ranti che parte proprio dagli States, da Orlando a Las Vegas, e arriva fino a Singapore, in Oriente. Nelle sale si mangia e si beve in perfetto stile ame ricano: alette di pollo, hamburger, bir ra, pepsi, i famosi onion rings (anelli di cipolla fritti). Insomma, carne a volon tà e tanta musica rock. 



TURISTI
 - Un luogo frequentato princi palmente da famiglie e da studenti universitari. «Dopo un periodo di crisi, gli americani stanno tornando a visitare le à storiche come Roma. Sono sempre di più» , spiega la responsabile Donna Arkley, originaria dell'Inghil terra. I clienti del locale non si interes sano di calcio, pensano di più alla di retta del Super Bowl di domenica 6 febbraio tra Pittsburg e Green Bay. 



BARBERINI
 - All'angolo tra Piazza Barberini e Via Veneto, seduti ad un tavolino di un bar, Chris Mohl e Jackee Nowicke sorseggiavano un bicchiere di vino bianco. Nel primo pomeriggio, per brindare. Una coppia giovane di Philadelphia, in vacanza per la prima volta nella Capitale.«It's interesting», «è interessante» , sono le prime parole di Chris quando apprende che la Roma potrebbe avere a breve un proprietario americano. Lo scrive pure in stampa tello su un fazzoletto per non lasciare dubbi. « In America il calcio non è lo sport più seguito, noi preferiamo il ba seball e il basket, ma questa notizia della Roma è davvero interessante. Pe rò vediamo le partite del Mondiale, quelle sì, il campionato nazionale non attira molto pubblico perché spesso manca lo spettacolo, si realizzano po chi punti. Beckham? Chi è? Io conosco solamente Donovan, lui è il più bravo. Magari verrà comprato dalla Roma...» . Mah, punti di vista. I tifosi si aspetta no qualcosa di più. Campioni, mica americani.