IL GIORNALE (M. DI DIO) - Se Inter-Roma doveva consegnare al campionato lanti Milan, senza nulla togliere al brillante Napoli e a una Lazio un poinaffanno, il risultato finale non lascia dubbi. Inter a -5 dai cugini rossoneri (era a -13 prima dellarrivo di Leonardo)
Bellissima partita, ricca di episodi, di gol e degna del «classico» dItalia delle ultime cinque stagioni. Otto reti, che portano il bilancio a 94 in 27 sfide dirette. Il segnale che entrambe le formazioni saranno tra le protagoniste da qui a maggio. Alla fine prevale lundici di Leonardo che può vantare un Julio Cesar mostruoso, un Etoo bomber spietato (27 gol in 31 partite stagionali), un Thiago Motta galvanizzato dalla chiamata di Prandelli che è padrone del centrocampo e uno Sneijder che dopo la lunga sosta ai box vuole mostrare la sua classe.
Preoccupa semmai il black-out che rimette in partita gli avversari. La Roma, orfana di Totti, si batte con ardore e con cuore, cerca di far male in contropiede con il trio dattacco. È soprattutto Vucinic, decisivo nella partita di andata allOlimpico, a essere ispirato e pericoloso. Alla fine, degli attaccanti, segna solo lui: con un Borriello meno appannato e un Menez più incisivo per lInter potevano essere dolori. Curiosità: nel tabellino marcatori cè anche Loria, convocato per la prima volta e messo in campo nellemergenza. «Ora possiamo giocarci lo scudetto con il Milan», dice Julio Cesar. Come dargli torto, leggendo laclassifica e pensando allimpatto di Leo sul gruppo di Appiano?