
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Patto per lEuropa. Che tristezza, per un gruppo costruito per vincere lo scudetto e ora ottavo lontano dalla vetta e anche dal quarto posto. Ma bisogna per forza chiamarlo così: perché non cè futuro senza la Champions dellanno prossimo. La Roma è in tilt: in campo, nessuno può dire il contrario, e anche fuori. Il potere logora chi non ce lha, frase storica del romanista Giulio Andreotti che va bene per tutte le stagioni. E soprattutto per quella giallorossa. Dove società e allenatore non hanno il potere e sono quindi logorati.
IL MESSAGGERO (U. TRANI) -
Patto per lEuropa. Che tristezza, per un gruppo costruito per vincere lo scudetto e ora ottavo lontano dalla vetta e anche dal quarto posto. Ma bisogna per forza chiamarlo così: perché non cè futuro senza la Champions dellanno prossimo. La Roma è in tilt: in campo, nessuno può dire il contrario, e anche fuori. Il potere logora chi non ce lha, frase storica del romanista Giulio Andreotti che va bene per tutte le stagioni. E soprattutto per quella giallorossa. Dove società e allenatore non hanno il potere e sono quindi logorati. Sfiniti da una situazione di stallo che rischia di incidere sui risultati della squadra. «Fate quadrato». Lo slogan è di Rosella Sensi, nel suo ufficio a Trigoria e davanti a quattro senatori, alla presenza della Triade, i dirigenti Conti, Montali e Pradè. La presidentessa sceglie Totti, De Rossi, Mexes e Perrotta per richiamare il gruppo alla professionalità da qui a fine stagione, ultimo tentativo della proprietà uscente, in mezzora di colloquio semplice e sereno, di risvegliare lorgoglio della Roma sparita in una decina di giorni, un punto in tre gare di campionato. Parole scontate e accorate della Sensi: «Se non entriamo in zona Champions sono dolori. Perché il ridimensionamento sarebbe totale. Siamo un club che ha il quarto monte ingaggi del campionato, certe spese, senza la Champions non sarebbero più possibili. Io capisco il momento, le poche certezze. Come comprendo lo stato danimo di chi è senza contratto. Ma da un momento allaltro la società tornerà a essere operativa e tutto diventerà più semplice», la sintesi del discorso della presidentessa.
Che chiede anche: «Che cosa cè che non va?». Nessuno sa (o può?) dare una motivazione. Magari a quattrocchi sarebbe più facile. Troppe persone in una stessa stanza. La Sensi capisce e sposta il colloquio su Ranieri: «Collaborate con lui. Se lo ritenete opportuno, dategli qualche suggerimento, andate voi a cercare il dialogo se non lo fa lui». Ma, prima di finire, ricorda ai quattro che «ci sarà il ritiro se non battete lo Shakhtar». Tutto secondo copione. Anche la replica. «Siamo sempre in ritiro... Giochiamo ogni tre giorni». Lallenatore aspetta i senatori negli spogliatoi. E con il resto del gruppo. Vorrebbe proporre un altro video, su errori (orrori?) recenti. Rimanda a oggi. Ma ne approfitta per fare un appello ai giocatori: «Aiutatevi». E spiega: «Dovete tornare a comportarvi da squadra, come facevate nella stagione scorsa. A non fermarvi dopo un passaggio sbagliato, a sacrificarvi per il compagno che magari è in difficoltà». Ranieri va in campo, dove più tardi passa anche la Sensi. Che però evita di incontrarlo in privato. Perché non potrebbe certo parlargli del contratto. Non sarebbe serio, visto il periodo. Nemmeno per lanno con clausola rescissoria e penale che non convince nessuno. Finisce lallenamento e Mexes sale nuovamente in sede. La Sensi si ferma con il francese per quasi quaranta minuti. Il difensore è in scadenza. Come Perrotta che aspetta. Come Cassetti, tentato dal Milan. Mexes conferma la sua posizione: la priorità per il contratto va alla Roma, ma è presto per impegnarsi. Prima vuole conoscere chi guiderà il club. Per ora, comunque, non si è promesso a nessuno, nè in Italia nè allestero.