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LA STAMPA - Se il futuro americano è scritto, il presente della Roma resta in tempesta. La caduta in Champions ha scaldato gli animi dei tifosi. Le voci di mercato che vogliono Mexes al Milan rappresentano l'ultima crepa fra le mura del centro sportivo giallorosso. Le stesse che nella notte hanno accolto le scritte «indegni» e «mercenari». «Lasciamo in pace la Roma»
Le stesse che nella notte hanno accolto le scritte «indegni» e «mercenari». «Lasciamo in pace la Roma» aveva detto Galliani: parole protese a non intaccare i buoni rapporti con la Sensi, ma utili a nascondere un accordo che sembra fatto. Il segnale di Mexes è eloquente: «Non posso assicurare che resterò».
Per calmare le acque, il numero due di Unicredit, Paolo Fiorentino, si è recato nel quartier generale romanista, in piena delegittimazione della Sensi: la visita era programmata, i giocatori sono stati chiamati alle proprie responsabilità e rassicurati sull'imminente svolta americana. «Entro trenta giorni si insedierà una proprietà importante, con un progetto ambizioso. Non mollate, seguite il vostro allenatore» l'esortazione che svelava la volontà di confermare, per il momento, Ranieri.
Cassetti e Perrotta hanno avuto garanzie sul rinnovo di contratto, ma ogni altra decisione è stata procrastinata allo sbarco Usa. Tuttavia i rapporti tra lo spogliatoio e l'allenatore sono ormai al punto di non ritorno: quello con Borriello è solo l'ultimo degli attriti. Ieri, mentre il bomber lasciava Trigoria, la sua macchina è stata presa a calci e pugni: «Quando la Roma perde tu vai a ballare». I tifosi, di sicuro, non intendevano prendere le parti del tecnico.