
CORSPORT (L. FERRAJOLO) - E' bastato un colpo di tacco per scoprire il bluff della Roma. E per cambiare la storia della partita. Il colpo di tacco l'ha inventato Amauri, che in cinque minuti ha segnato quanto non gli era riuscito in mesi e mesi. E il colpo di tacco, oltre a mettere in ginocchio la Roma, ha scosso il Parma e rimesso Amauri su un piedistallo, che aveva perso da tempo. Se basta un colpo di tacco, sia pur bello e velenoso, per mandare in tilt la Roma, vuol dire solo una cosa: che Montella, come si supponeva, non è il mago Merlino e la Roma resta una squadra malata, spenta e in seria difficoltà.
RADDOPPIO E CROLLO - E infatti al 36 è arrivato il raddoppio, dopo lunghi e sapienti palleggi dei romanisti e una regia sempre più lucida di Pizarro. Angolo del cileno, De Rossi ha incornato bene, Mirante si è salvato a mani aperte e sul pallone Juan si è avventato prima di Modesto. Sul Parma non avrebbe scommesso nessuno: troppo timido, troppo inconcludente, troppo remissivo. Solo che un attimo prima di andare al riposo, su un fallo di Giovinco, è finita la partita di Pizarro. Neanche una brutta copia, il Simplicio che lo ha sostituito nella ripresa. Basta questo a spiegare il crollo romanista? Possibile che senza il cileno la squadra si sia smarrita, sino a farsi mettere sotto da un Parma che sembrava impotente e che Marino ha cercato di rinvigorire con Crespo?
Per un quarto d'ora la Roma ha continuato a giochicchiare, Totti ha cercato di scuoterla con uno spunto personale, su cui Mirante si è salvato a stento. Ma è stato l'ultimo bagliore, perchè il colpo di tacco ormai era in arrivo. Amauri, sino a quel momento assente, si è svegliato di colpo. Cross da destra di un vivacissimo Valiani, Amauri anticipando Juan, col tacco ha deviato nell'angolo opposto. Gol bellissimo che ha accecato la Roma. Preso il gol, infatti, è tornata quella di Ranieri, quella di questi mesi. Verrebbe da dire: quella di sempre. E' andata subito in confusione, ha perso sicurezza, si è capito che stava barcollando. Altro cross di Valiani e sempre da destra, Cassetti ha respinto alla meglio, il pallone è rimasto lì tra mille gambe, Amauri ha anticipato Burdisso con un tocco non forte ma beffardo.
RITORNO ALLE ORIGINI - La rimonta del Parma, che ha avuto la forza di rimettersi in piedi quando sembrava spacciato, la dice lunga sugli affanni e sulla fragilità della Roma. Anche sulle sue condizioni atletiche, apparse a dir poco allarmanti. Ha giocato un'ora a stento, ma sempre con poco ritmo e poca velocità e quando ha subito il gol, alle gambe pesanti si è aggiunta la testa: ha smesso di correre e di ragionare, tanto che ha rischiato di prendere anche il terzo in contropiede. Montella sinora ha fatto quel poco che poteva: e' tornato alle origini, scegliendo la vecchia guardia e rispolverando il 4-2-3-1, ma non basta per dare enegie e tranquillità ad una squadra che ha perso fiducia in se stessa. Pizarro, gestendo con personalità il centrocampo, ha mascherato le magagne, ma uscito lui, si è spenta la luce. Il Parma invece ha fatto vedere due facce: molle e insipido nel primo tempo, svelto e intraprendente nella ripresa.