Riise: "Sono a pezzi ma non finisce qui"

17/02/2011 alle 10:21.

CORSPORT (P. TORRI) - Mai visto un Riise così. In campo e fuori. In campo una sua caduta ai limiti della risata se non ci fosse niente da ridere, ha dato il “la” al terzo gol dello Shakthar, quello che di fatto po­trebbe pesare in maniera deter­minante per la qualificazione. Fuori, è rimasto in piedi, ma era un ragazzo a terra. Distrutto. Visibilmente sof­ferente per quel­l’episodio che chissà quanto tem­po ci vorrà perché svanisca dai pen­sieri dei tifosi.

SCUSE -Il norvege­se avrà pure gran­demente sbagliato in campo, non lo ha fatto nel dopo partita. Presentandosi in volontario olo­causto davanti a telecamere, microfoni e taccuini. Del resto era il primo a sapere che non poteva non farlo. E, ovviamente, non si è nascosto dietro un dito: «Devo chiedere scusa a tutti. Ho commesso un erro­re imperdonabile ed è stato un erro­re che ha avuto un peso determinante nel risultato fina­le, perché quel gol ci ha ammazzato. Sono andato a terra senza nep­pure rendermene conto, a quel punto per gli attaccanti ucraini è stato semplice andare a fare il terzo gol. Volevo rilanciare il pallone, ho pensato un secondo di troppo e sono scivolato. Ho sbagliato. Mi era successo qual­che cosa di simile con il Liver­pool(un autogol in semifinale di , ndr). Ho deluso i tifosi. In questo mo­mento non riesco a pensare ad altro che a quell’episodio. Sto male. Ho mal di stomaco e la te­sta è sempre lì a quella mia ca­duta. Eppure fisicamente stobene, ma è vero che psicologi­camente sono a pezzi. Ho senti­to che i tifosi erano contro di me dopo quel mio errore. Posso ca­pirli, a questo punto a me non resta che chiedere scusa spe­rando di farmi perdonare il pri­ma possibile. Io cerco sempre di dare il massimo, questa volta non ci sono riuscito ».

VOGLIA -Quando dopo l’interval­lo ilroscionorvegese non è tor­nato in campo, in molti hanno pensato che fosse stato lo stesso giocatore a chiedere il cambio. Del resto subito dopo quell’er­rore, il norvegese era sembrato come un pugile sull’orlo di un nuovo ko, sarebbe stato rischio­so continuare con lui sulla fa­scia sinistra: «Non ho chiesto io di essere sostituito, non fa par­te della mia mentalità, io avrei voluto continuare a stare in campo per cercare subito di far­mi perdonare. Il mister, però, mi ha detto che non avrei giocato il secondo tempo e, quindi, è en­trato Castellini. Sia chiaro, non sto contestando la decisione del nostro allenatore, anzi lo capi­sco benissimo e non posso che accettare la sua scelta. Questa è stata una partita maledetta. Ab­biamo giocato bene sino al mo­mento del gol di Perrotta che ci aveva portato in vantaggio, poi però subito dopo abbiamo subì­to il pareggio e lì c’è stato un quarto d’ora in cui non siamo riusciti a giocare come sappia­mo. Nella ripresa i miei compa­gni hanno dato tutto, c’è man­ poco che pareggiassimo. In ogni caso voglio dire che tutti noi vogliamo regalare ai tifosi una rivincita. Non è finita. Non sarà certo facile in Ucraina do­ve dovremo segnare almeno due gol per centrare i quarti di finale, ma questa Roma ha le qualità per riuscirci. Stasera abbiamo tirato venti volte, do­vremo andare a Donetsk con­vinti di farcela» . Come se fosse facile.