IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - E come un nuovo inizio. Domani David Pizarro volta pagina, si mette alle spalle il passato e comincia unaltra avventura. Il Pek torna a disposizione di Ranieri, della Roma e del calcio dopo una vita. Era il 28 novembre lultima volta in cui lo vedemmo danzare sul pallone. A dire il vero un po meno del solito, perché il ginocchio già gli dava fastidio e a Palermo non riuscì
Per qualche settimana è andato a curarsi in Cile, è tornato ed ha ricominciato quasi da zero. Una nuova preparazione, per esserci nel momento cruciale della stagione sia in campionato sia in Champions. I tempi si sono allungati un po e Pizarro non ce lha fatta a riprendere il suo posto in cabina di regia per Milano e neppure per il Napoli. Chissà come sarebbe andata a finire se la Roma avesse avuto a disposizione il miglior Pek. Ma non cera ed è inutile guardarsi indietro. Il campionato è praticamente andato, resta la Champions e stavolta ci sarà.
Dopo il test con la Primavera di sabato, nel quale il ginocchio ha risposto a dovere, il piccolo grande David è pronto. «Per lo Shakhtar posso essere convocato» ha detto con entusiasmo. Già, lo Shakhtar. Chissà se quel nome gli provoca unemozione particolare. Per il ritorno in campo, ma non solo. Anche perché magari il pensiero gli volerà indietro a quel 12 settembre del 2006, quattro anni e mezzo fa, quando la Roma di Spalletti iniziava la sua avventura nellEuropa che conta. Lui, il Pek, era arrivato nella Capitale da poco, meno di un mese. Il 19 agosto era sbarcato direttamente a Rieti per andare a vedere i suoi nuovi compagni che giocavano in amichevole contro il Real Saragozza.
Poi gli erano bastati appena 24 giorni per inserirsi perfettamente nei nuovi meccanismi, per cominciare a far
funzionare il gioco della Roma. Quella sera, il 12 settembre, fu uno spettacolo: 4-0 e ucraini abbattuti.
A incorniciare una notte perfetta arrivò proprio al novantesimo il gol di Pizarro, il primo con la maglia giallorossa. Un tiro da fuori verso lincrocio col portiere che può solo sfiorare. E poi la corsa sfrenata, inseguito dai suoi nuovi compagni. Il primo a raggiungerlo e ad abbracciarlo, neanche a dirlo, fu De Rossi. Ovvero quello che sarebbe diventato laltra metà della coppia perfetta. Due campioni, due amici. Che come tali si cercano nei momenti difficili. Come lo scorso 23 novembre contro il Bayern. Quando tutto sembrava perso prima che arrivasse la rete di Danielino a rimettere in corsa la Roma.
Un tap-in da due passi, di fronte alla Sud, la sua Sud. Ma quella volta Daniele non proseguì la sua corsa verso il muro giallorosso. No, frenò, si voltò e corse verso la panchina in cerca del Pek che stava lì a soffrire per la Roma senza poter giocare. Lincontro e un abbraccio forte, bello, commovente. Come quello del 1983
tra Di Bartolomei e Ancelotti, che contro lAvellino capirono che stava per succedere qualcosa di grande.
Oggi quel qualcosa è solo un miraggio, un sogno che si fa fatica a portare avanti, vista la partita col Napoli. Magari però con un Pek in più, anche solo per qualche minuto, è più facile sognare. In fin dei conti non costa nulla, anche perché il ritorno di Pizarro è un segnale importante. Quello di un nuovo inizio.