Montella, un mister in volo

21/02/2011 alle 10:21.

IL ROMANISTA (V. META) - Trecentocinque chilometri. È la distanza che separa Prato da Roma, il Bernardini dall’Olimpico, i Giovanissimi Nazionali dalla prima squadra. A Prato Vincenzo Montella ha centrato con i suoi ’96 la vittoria numero ventuno in altrettante gare di campionato, 1-0.



La sua Roma di quattordicenni invincibili è scesa in campo alla stessa ora di quella di e compagni, ma mentre a Genova si consumava l’epilogo della gestione Ranieri, i Giovanissimi salivano sul pullman che li avrebbe riportati a Trigoria, dove sono arrivati intorno alle 21, poco prima della Roma dei grandi. Ad accogliere il possibile nuovo allenatore giallorosso, gli applausi di uno sparuto gruppo di tifosi. Che potesse essere proprio l’Aeroplanino il successore di Ranieri sulla panchina romanista era una voce che in à circolava già da tempo, ma che è diventata sempre più insistente con i risultati negativi delle ultime settimane.


Rosella Sensi ieri ha ribadito come una decisione sulla guida tecnica della squadra verrà presa solo oggi, ma le possibilità di "promozione" per Montella sono alte. Difficile indovinare quali pensieri si siano rincorsi nella mente di Montella nei trecentocinque chilometri che potrebbero segnarne le sorti della giovane carriera da allenatore. Una carriera cominciata nella scorsa stagione, sulla panchina dei Giovanissimi Nazionali con il gruppo dei ’95. Ragazzi di quattordici anni che si affacciavano per la prima volta sul palcoscenico di un campionato nazionale. Per conoscere un risultato che non fosse la vittoria ci ha messo quattro mesi, visto che il primo stop è arrivato solo il 10 gennaio 2010, pareggio casalingo a reti bianche contro il . Il cammino che ha portato la prima Roma di Montella alle finali scudetto somiglia molto a una marcia trionfale: appena una sconfitta e un attacco stellare, autore di ben 113 gol.


Quando vince il primo derby con un gol all’ultimo minuto, il tecnico non riesce a trattenersi: «Mi sono emozionato», confessa. Quando invece i Giovanissimi centrano le finali scudetto battendo il dopo venti rigori, si limita a un sorriso che scioglie la tensione, mentre dagli spogliaoti riecheggia il coro "e Vincenzo Monte’...e Vincenzo Montella oleee". A Chianciano supera brillantemente il girone vincendo in rimonta contro Reggina e
. Per uno strano scherzo della sorte, la finale si gioca il 17 giugno: nove anni dopo il pomeriggio di Roma- Parma, Montella potrebbe mettere le mani su un altro scudetto. A spezzare i sogni evocati dai ricorsi storici ci pensa il Milan, che vince 3-0. A fine partita, il tecnico va a consolare uno per uno i suoi giocatori in lacrime: «Non avete niente da rimproverarvi, avete giocato benissimo e anche se ora fa male, vi renderete conto di quanto questa sconfitta vi abbia fatto crescere».


Proprio su questo insiste il Montella allenatore: formare calciatori. «Della tattica mi interessa poco - dice -. Preferisco dare ai ragazzi delle indicazioni che li aiutino a diventare giocatori, a sfruttare al meglio le loro qualità individuali ». Scrupoloso, puntualissimo, attento ai dettagli, Montella è molto stimato non solo dai suoi giocatori, ma anche dalle famiglie. Si informa regolarmente dell’andamento scolastico dei ragazzi, li incoraggia a non trascurare la scuola e dà anche l’esempio: prima di Natale si è laureato in Management dello Sport. Alla sua seconda esperienza sulla panchina giallorossa è riuscito a fare ancora meglio della prima, collezionando ventuno vittorie su ventuno con il gruppo (fortissimo) dei ’96. «Questi ragazzi sono proprio bravi», ha ammesso con un sorriso dopo la goleada rifilata una settimana fa al Poggibonsi. Tre giorni fa, una telefonata della dirigenza ha messo in pre-allarme l’unico allenatore delle giovanili ad aver sempre vinto e lui ha disdetto tutti gli impegni di oggi. Alla fine dei trecentocinque chilometri, per Montella potrebbe aprirsi ben altra strada.