Lucescu: "Sono orgoglioso, però non è ancora fatta"

17/02/2011 alle 10:54.

CORSPORT (R. MAIDA) - Mai lo Shakhtar Donetsk era ar­rivato negli ottavi di Champions League. E mai aveva vinto una partita in Italia: le aveva perse tutte tranne una, su otto ten­tativi, senza peraltro evitare l'eliminazio­ne. La Roma di questi tempi ha cambiato la storia del calcio ucraino. Ma non era un'impresa così impensabile. I risultati e la crescita dello Shakhtar (ora sono 34 vit­torie nelle ultime 37 partite!) avevano dato buone sensazioni a Mir­cea Lucescu, nonostan­te i due mesi di pausa invernale che potevano raffreddare i muscoli

FESTA- In sala stampa Lucescu è accolto da un applauso dei gior­nalisti ucraini. Forse nemmeno loro, come i tantissimi tifosi dello Shakhtar arrivati al­l'Olimpico, pensavano di banchettare con questa tranquillità. Ma lui frena l'entusiasmo: «Sono orgoglioso di aver costruito una squadra così competi­tiva. E' anche merito mio se siamo a que­sto punto. Ma non è ancora finita, c'è il ri­torno di Donetsk. Non voglio nemmeno pensare che i giocatori si sentano già qua­lificati. La Roma è imprevedibile: può fa­re grandi risultati e perdere, a seconda della serata. Magari fra tre settimane cimetterà in grave difficoltà. Sarà difficile per noi, avremo bisogno della spinta del nostro pubblico» .

CRITICA- A proposito di ambiente, Luce­scu è rimasto sorpreso della contestazione dell'Olimpico: «E' difficile capire cosa stia succedendo da voi. La Roma ha dato tut­to, ha giocato e corso, specialmente dopo l'intervallo. ha giocato la migliore partita di quelle che ho visto in dvd di re­cente. Nel complesso mi è sembrata una squadra in salute. A un certo punto ho temuto che riuscisse a ribalta­re il risultato, per fortu­na siamo stati bravi a tenere. Perché tutti quei fischi? Non era mi­ca facile giocare contro lo Shakhtar. Venivamo da un girone vinto in cui eravamo arrivati davanti all'Arse­nal. E Ranieri lo sapeva benissimo. Con un ambiente così, sarebbe difficile per chiunque essere sereno. E infatti ho visto molto nervosismo tra i loro giocatori». An­che questo era previsto, vero? «Me lo aspettavo...». E se ne va, con un pezzo di Europa nascosto sotto la giacca. Grigia co­me la Roma.