I Red Sox e la Roma Mr. Thomas, si parte

07/02/2011 alle 09:29.

CORSPORT (R. ZANNI) - Domani mattina al ' Fenway Park', il leggendario stadio dei Red Sox, ci sarà parecchio movimento anche se la pri­ma partita della stagione si giocherà sol­tanto tra due mesi, venerdì 8 aprile contro gli storici, eterni rivali dei New York Yan­kees. I ca




DAL 1978 -
Thomas DiBenedetto le sue ra­dici nel baseball le ha messe comunque pa­recchio tempo fa, dal 1978, socio-azionista,adesso fa parte della New England Sports Venture, società di investimenti fondata nel 2001, che possiede appunto i Red Sox e nel 2010 ha portato a termine anche l'ac­quisizione del Liverpool dopo aver prova­to, in precedenza anche a prendere l'Olim­pique Marsiglia. La NESV ha in John Her­ny il numero 1, un miliardario dell'Illinois che tra le altre cose possiede anche una scuderia automobilistica nella Nascar, stock car, alla quale ha dato lo stesso nome dello stadio dei Red Sox, Roush Fenway Racing. Presidente della NEVS è Thomas Werner, poi ci sono altri 14 soci tra cui Thomas DiBenedetto, la società editrice del New York Times e Larry Lucchino. Quest'ultimo è anche il presidente dei Red Sox.



ITALO-AMERICANI...
- Indubbiamente la pre­senza italo-americana nell'organizzazione dei Red Sox è notevole, di grande qualità e poi soprattutto nei posti chiave: se Larry Lucchino infatti è il presidente, TerryFrancona è il manager, il coach che nel 2004 riuscì a cancellare la 'maledizione del Bambino'. Infatti dal 1918 al 2004 appunto i Red Sox, dopo aver ceduto Babe Ruth agli Yankees non riuscirono più a vincere una World Series. Con Francona invece ne han­no conquistate due, nel 2004 e nel 2007. Thomas DiBenedetto fa parte del trio di punta degli italo- americani dei Red Sox. Mentre sul diamante, nel ruolo di catchers ci sono Luis Esposito, che qui si pronuncia con l'accento sulla i, e Jarrod Saltalamac­chia. D'altra parte il Massachusetts è an­che il sesto stato come popolazione di ita­lo- americani, sono quasi 900.000, posizione che viene incrementata di un posto se si prende poi in esame la parcentuale che raggiunge il 14,2% sulla totale presenza in tutti gli Stati Uniti. Ma se a Boston si vuo­le davvero trovare un pezzo d'Italia biso­gna andare a North End, lì batte il cuore tricolore, anche quello giallorosso: ieri al Bar Sport della Little Italy erano inchioda­ti alla tv per Inter-Roma.