Di Vaio: «Quel mio gol che non vide nessuno»

26/02/2011 alle 10:07.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - «Un ricordo di quel Roma-Parma? Quando segnò Totti cercavo di parlare con i miei compagni di squadra, ma il boato dello stadio era talmente forte che non riuscivo a sentire neanche chi era a due centimetri di distanza da me».

«Non mi aspettavo, dopo la partita sospesa per neve, di trovare la Roma con un allenatore diverso. Però è successo, come spesso capita nel calcio, e devo dire che ho trovato la squadra diversa».

 

Cioè?



Ho visto i giocatori molto più responsabilizzati e concentrati. Con le dimissioni di Ranieri, hanno capito che molto, se non tutto, adesso dipenderà da loro. E visto che sono bravissimi, perché la Roma ha davvero una grande rosa, sono sicuro che potranno fare un finale di stagione importante.



Hai avuto modo di parlare con alcuni di loro?



Sì, ho scherzato con Francesco...



Voi siete molto amici: lo eravate già il 17 giugno 2001?



Ci conoscevamo bene, ma il nostro rapporto si è stretto tanto quando abbiamo messo la testa a posto (ride, ndr). Ci frequentiamo spesso con le famiglie, soprattutto in estate, e ci troviamo bene.



Cosa ti piace di lui?



Che è una bella persona. E poi fa tanto ridere.



Lui dice che quando smette non vuole fare l’allenatore. Tu?



Neanche io. No grazie, lo dico proprio convinto. Faccio fatica a mettere d’accordo le mie figlie, figuriamoci 25 giocatori. Sono come , siamo troppo buoni.



Spesso si sono fatte analogie tra la situazione del e quella della Roma. Due squadre che vivono un delicato momento societario.



Sono situazioni diverse, ma qualcosa in comune esiste. Io posso dirvi che noi avevamo due soluzioni: o sfasciare tutto, e andare ognuno per la sua strada, o unirci e compattarci. Per dimostrare che c’era un progetto tecnico e che noi giocatori eravamo la parte migliore di tutta la storia. Ci siamo stretti intorno a un allenatore, ci siamo affidati a lui e noi "vecchi" abbiamo cercato di guidare gli altri più giovani. E lo stiamo facendo tuttora.

Credo che anche nella Roma debba essere così:i più esperti guidino tutti gli altri.



Tornando a Roma-Parma dello scudetto, un’ultima domanda. Da laziale quanto ti ha dato fastidio essere quel giorno all’Olimpico?



Diciamo abbastanza (ride ancora, ndr). Quando siamo entrati in campo c’era un muro di bandiere, non si vedevano le facce degli spettatori. Per un laziale non è stato proprio il massimo...