CORSPORT (R. MAIDA) - Cinque immagini. A volte bastano pochi frammenti per raccontare compiutamente una brutta avventura. Cominciamo dagli ultimi minuti, quando la Roma sta provando a rimettere in piedi una partita rotta e storta: confusa dalla fretta e da un orgoglio disordinato, Menez e Totti battono un corner corto senza capirsi e lanciano il contropiede dello Shakhtar. E' un segno di resa, è una specie di arrivederci (ma a quando?) alla Champions.
A TERRA - Il secondo fotogramma è sugli occhi di De Rossi. La Roma è sotto 3-1, arranca, non capisce da che parte stare, dove intervenire, come tamponare. Quegli occhi sono spenti, stanchi, forse accecati da una luce che non vorrebbero vedere. La terza immagine è la maglietta sul viso di Riise, dopo la grottesca caduta che ha provocato il terzo gol degli ucraini: la vergogna e la frustrazione sono tali da spingere il protagonista a nascondersi. Brutti momenti. Come quello di Borriello - quarto scatto - che viene inquadrato dalle telecamere di tutta Europa durante l'intervallo mentre si rivolge a un compagno e si sfoga (il labiale è chiarissimo): « Sto in panchina io, che ho fatto 25.000 gol... ». Poi preciserà: « Non volevo offendere nessuno ». Ma il malumore resta. Il quinto attimo, infine, è nel commiato. La Roma, con Totti, De Rossi, Borriello in testa, viene chiamata sarcasticamente sotto la Curva Sud. Ci va a testa bassa, timida, sperando nella clemenza della corte. Si becca un'alluvione di fischi. Gli ultimi di una serata pazza, amara.
REAGIRE - Daniele De Rossi cerca di capire la gente che è la 'sua' gente: « E' un momento delicato. Con i nostri tifosi abbiamo condiviso anche le gioie, oltre alle sconfitte, quindi era giusto da parte nostra ringraziarli. Mi sembrava un gesto di rispetto. Purtroppo è un momento delicato ». Che cosa sta succedendo alla Roma? « Non è facile commentare. Abbiamo grandi potenzialità, nel bene e nel male. Forse per diventare una squadra top ci vuole ancora tempo. Le grandi squadre sanno restare lucide anche dopo aver preso un gol, reagiscono alle difficoltà, a noi non riesce ». Non dà la colpa alla difesa, la peggiore in assoluto tra le sedici finaliste di Champions: 14 gol concessi in 7 partite. « Non è un problema solo difensivo - assicura -. Le cose non vanno ed è paradossale. Venti giorni fa eravamo in tutt'altra situazione ». Nessuna critica anche a Ranieri: « Non spetta a me giudicare la posizione dell'allenatore. Ma figurarsi se dico che la squadra non è con lui. Siamo tutti uniti ». In ritiro? « Il ritiro è inutile, l'ho sempre detto ». Eppure, in un quadro così tetro, De Rossi non ha perso le speranze: « Dobbiamo essere ottimisti. La qualificazione adesso è complicata ma non impossibile. Ci siamo parlati, non gettiamo la spugna. Se riusciamo a fare un gol nel primo tempo, forse... ».
LA DIFESA - Anche Marco Cassetti, squalificato per il ritorno, è convinto che tutto sia ancora possibile: « Non è finita ». Nicolas Burdisso invece ammette: « La sconfitta è pesante. Avevamo preparato un'altra partita ma adesso dobbiamo restare compatti e lucidi. Le vicende societarie non ci influenzano, la responsabilità è della squadra ». Chiude Doni, un portiere (almeno) sfortunato: ogni volta che gioca, viene crivellato di colpi. « Abbiamo compromesso tutto in 15 minuti, quelli dei tre gol incassati ». Ermetico e sincero.