Vucinic s’è svegliato. La Roma ritrova il suo genio

08/01/2011 alle 09:36.

IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Sarà scostante, sarà umorale, in questo periodo sarà pure poco gratificato, ma quando c’è e gli va, si fa sentire. Mirko Vucinic sta dando cenni di risveglio, quello vero.

Quel risveglio che gli consente di spaccare in due la partita, di accelerare quando gli altri stanno cedendo. L’inizio stagione è stato così e così, il resto è tutto da vedere. I segnali sono buoni. E domani a Genova sarà titolare. Dalla Supercoppa italiana (agosto) si è visto che quel Vucinic non era il Vucinic della stagione precedente. Per tanti si era montato la testa, voleva un ritocco del contratto, ma non è mai arrivato. Da lì, il broncio continuo e quel suo essere umorale sempre molto evidente. Inoltre, l’arrivo e i gol di Borriello, il posto più o meno fisso di , l’esplosione di Menez e qualche infortunio più o meno grave, lo hanno messo un po’ ai margini. Poca continuità, molte panchine, troppe esclusioni a detta di molti, sospette. Borriello gioca sempre, pure, Menez in questo momento è intoccabile, quindi dove lo metti Vucinic? Un bel problema per Ranieri, che ha comunque stima del calciatore, lo considera un top player. Ha provato a dipingergli addosso uno spazio come esterno del 4-4-2 (quando ancora Menez non era questo Menez), e niente. Basti ricordare la partita di Parma: strigliata sonora dalla panchina per una palla persa, alla seconda è arrivata la sostituzione punitiva. Non era aria. Non solo per lui, per tutta la Roma. E pensare che i primi cenni di risveglio li aveva dati contro l’Inter, sempre entrando dalla panchina. Pochi minuti, un gol. Che gol, poi. Decisivo, da tre punti. E ancora pausa. Infortuni, acciacchetti, polemicucce, etc etc. Si dà malato, se sa di non giocare se ne sta a casa, e le voci dei maligni aumentavano a dismisura. E un’altra ancora: vuole andare via. Un classico. Si dice sempre così di chi non gioca (vedi Pizarro). Poteva essere vero, almeno nelle sue intenzioni. Poi, la Roma ti dice che le offerte non arrivano, senti qualcun altro e ti fa capire che intorno al giocatore ci sono tante e tante squadre pronte a investire strabilioni di euro. L’ultima il Wolfsburg, che pensa a Mirko per il dopo . Mai, non ci andrà mai, specialmente se sa che la prossima estate si potrebbero aprire porte più prestigiose, vedi Inter. Vai a capire qual è la verità. Di sicuro, Vucinic ora è qui, la Sensi lo ha confermato, lo ha reso incedibile e lui pian piano sta ritrovando fiducia in se stesso. Impressionate quest’anno la media gol. Come detto, poche presenze, quattordici, dieci in campionato, tre in e una in Supercoppa. Minuti giocati in totale, ottocentonovantuno, seicentoundici di questi in campionato, duecentotredici in e sessantasette in Supercoppa. In questi pochi minuti, cinque gol. Tutti in campionato. Inter, Lecce, Lazio, e due al Catania. Con lui in campo, sette vittorie della Roma, quattro in campionato e tre in . Non male per uno che stenta a ritrovare la strada dell’indispensabilità. Ma pian piano - assicurano da più parti - la ritroverà. Difficile rivedere i quattro attaccanti, schierati casualmente negli ultimi minuti di Roma-Catania, altresì ci sembra più probabile che il montenegrino a Marassi vada a sostituire (o Borriello se non recupererà al cento per cento). Riecco Pizarro, poi. Non a Trigoria dove per rivederlo bisognerà attendere giovedì (anche se il cileno potrebbe anticipare il ritorno al 12): «In Italia si dicono molte cose, anche perché c’è il mercato aperto. Ma io sono rimasto in Cile per avere un’alternativa per tentare il recupero. Voglio che quella della Roma sia l’ultima maglia che indosserò in Italia. Ho un accordo fino al 2013 e poi tornerò a giocare nei Santiago Wandereres. Tornare a Valparaiso sarà un sogno».