IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - «Il gol? Lho tenuto per il ritorno». Segnate la data, domenica 15 maggio 2011, penultima di campionato. In quelloccasione potrebbero servire punti pesanti, sette giorni prima allOlimpico si giocherà Roma-Milan.
Che il giocatore in attività che ha segnato più gol in serie A (Baggio è sempre fermo a 205, a meno 11), quello più prolifico degli ultimi dieci anni, si stia "riconvertendo" a uomo assist? Difficile immaginarlo, e per rendersene conto basta riavvolgere il nastro della partita fino al minuto 44 del secondo tempo: con la Roma già in vantaggio per 3-2 il capitano ha avuto sui piedi la palla per chiudere i conti ma, da posizione favorevole leggermente decentrato sulla destra dentro larea di rigore, ha calciato fuori. Un gol "mangiato", come non gli capita spesso, e un calcio per scaricare tutta la sua rabbia addosso a un cartellone pubblicitario proprio sotto la Sud, che comunque non ha mai smesso di incitarlo per tutti i novanta minuti. «Non mi dice bene ma limportante è aver vinto», il suo commento a fine partita in zona mista. Concetto poi ampliato dalle colonne del suo sito internet. «Una vittoria importantissima quella di oggi. Avevamo cominciato bene lincontro con il gol di Marco ma poi il Catania è tornato in partita segnando due volte e lì la situazione si è complicata. La reazione però è stata di quelle giuste che ci ha portato a ribaltare il risultato: sono 3 punti di peso che ci fanno ripartire positivamente in questo 2011». Un commento che racchiude a pieno il suo stato danimo, diviso tra la gioia per una vittoria importante perché riporta la Roma al quarto posto (non era mai successo in questo inizio di stagione) e la rabbia per non riuscire a imprimere un segno ancora più tangibile della sua presenza. Un appuntamento, quello con gol, che manca dalla gara di Palermo, ma che è solo rimandato. Magari alla gara di domenica contro la Sampdoria, che con 12 gol occupa il secondo posto nella classifica delle squadre più colpite dal capitano (al primo cè il Parma, con 15).
A Genova ha segnato uno dei gol più belli (per sua stessa ammissione) in serie A: era il 26 novembre 2006 e dopo il suo capolavoro tutto lo stadio si alzò in piedi per tributargli una standing ovation. Domenica, sempre che Ranieri non decida di concedergli un turno di riposo, ne basta uno anche meno bello, ma che valga tre punti.




