IL TEMPO - Qualcuno faccia qualcosa, intervenga a riportar chiarezza e stabilire priorità prima che tra Totti e Ranieri diventi un muro contro muro: un dentro o fuori. Per il bene della Roma, mai come in questo momento, serve chiarezza, serve stabilire ruoli e priorità. Ufficialmente va tutto bene
Invece i due sono sempre più lontani e fermi sulle proprie posizioni. Da una parte Totti, l'uomo che ha fatto la storia della Roma, miglior marcatore di sempre, un simbolo della squadra e della città intera. L'uomo che lo stesso Ranieri ha definito più volte determinante, fondamentale, «centrale» al suo progetto: «Senza di lui la Roma non è la Roma» l'ultima chicca del tecnico testaccino che poi però lo manda in panchina. E sarebbe il meno, perché Totti non ha detto una parola su questo e il turn-over alla fine lo avrebbe anche accettato: se fosse stato chiaro e imparziale con tutti. Ma a tutto c'è un limite e i quattro minuti di Genova sono sembrati una volontà di umiliarlo, più che una scelta tattica. Aveva detto che era triste? E ci mancherebbe altro, al suo posto chiunque sarebbe quantomeno incazzato...
Eppure dall'altra parte c'è un tecnico che proprio sulla romanità ha basato spesso i suoi criteri, ma che continua a fare scelte a volte inspiegabili. Un tecnico che ha anche rischiato in prima persona e per questo si è guadagnato spesso la stima di squadra e tifosi, ma che ultimamente sembra aver perso serenità. Una sorte di sindrome di accerchiamento, dal quale Ranieri non riesce a smarcarsi. Ora serve chiarezza. Per tutti, in primis per il bene della Roma. Totti vuole capire quale è e quale sarà il suo ruolo nella Roma: la squadra che ha scelto per la vita e alla quale ha «donato» il suo talento calcistico. Un segnale chiaro che sarà utile anche a chi verrà dopo i Sensi: perché avere Totti o non averlo fa una certa differenza. E comunque è giusto che si sappia. Una volta stabilite le priorità ognuno farà le sue scelte in totale serenità. Totti potrebbe anche decidere di guardarsi attorno: e le occasioni non mancherebbero.. Il problema alla fine rischia di essere sempre lo stesso: quello di una società che latita, dove ognuno pensa per sé e nemmeno davanti ai problemi più evidenti, che si stanno verificando in casa sotto i suoi occhi, riesce a prendere una posizione e dare una via da seguire ai suoi tesserati. Non è arrivato a caso, nel pieno della notte di domenica, l'intervento riparatore di Montali chiamato a mettere l'ennesima toppa (oltre alla faccia) su un caso che rischiava di esplodere. Intervento chiaramente pro-Totti: un giocatore che quest'anno si è rimesso totalmente in discussione, si allena come mai prima e che tutti i giorni si ferma a fare anche mezz'ora di cyclette in più rispetto ai programmi per essere al top della condizione. Altro che trasloco in America, Totti vuole restare a Roma e continuare a dare il suo contributo alla causa giallorossa: almeno fin quando qualcuno non gli chiederà il contrario. E se la dirigenza del club dice che il tecnico deve dialogare di più con i giocatori, conferma come qualcosa non vada. Il problema infatti sembra proprio poggiare le sue basi su una mancanza di comunicazione tra allenatore e giocatori: i ben informati dicono non solo con Totti. Il silenzio di Ranieri intervenuto al consueto incontro tra capitani, allenatori, dirigenti e arbitri di serie A, la dice lunga in questo senso confermando un malessere ormai evidente mal celato dietro a sfoghi contro la stampa e atteggiamenti nervosi. Forse Ranieri pensa di risolverla personalmente, faccia a faccia come nel suo stile, direttamente con Totti. Beh, oggi a Trigoria alla ripresa degli allenamenti avrà l'occasione per farlo... Potrebbe essere il giorno della verità: altrimenti rischia di mettersi male davvero.