Totti, dentro solo sul gong «Sta a inizià la partita...?»

10/01/2011 alle 10:04.

IL MESSAGGERO - «Totti è al centro del mio progetto», parola di Claudio Ranieri, alla vigilia dell’ennesimo viaggio a vuoto della Roma. A Genova il progetto è lampo e fine a stesso: 4 minuti per il capitano che, irritato per l’ingresso al fotofinish, si presenta in campo ironico e polemico: «Ma che sta a inizià la partita?». Così, dopo i 6 m

« è al centro del mio progetto» la frase di Ranieri, prima di volare in Liguria, è a effetto. Nessuno abbocca, però. Per primo Francesco. Che incassa e rilancia. «Se gioco o non gioco, tanto è uguale... Sono triste, ma solo a Trigoria, non fuori».

Il capitano dà l’impressione di essere preparato al peggio. Ma non ne può più. «Non esiste la Roma senza di lui», avverte il tecnico. E nella circostanza non bluffa. Spazio a proprio mentre il quarto uomo, Banti di Livorno, alza la lavagna luminosa del recupero. Impiego last minute. Assistiamo anche a questo. «Un atto di stima» dirà l’allenatore a partita conclusa. Sentiamo anche questo. Ranieri, insomma, usa l’ultima sostituzione solo in pieno recupero. L’asso probabilmente non gli esce prima dalla manica. O è l’orologio a fermarsi, se si giustifica così: «Credevo che mancasse di più». Errore su errore: rinuncia a mettere mezz’ora prima per Greco ormai sfinito, opta tardi per , già 12 reti in carriera alla Samp. Il capitano si scalda con gli altri, ma poi si prepara a tornare negli spogliatoi. Invece tocca a lui. Non ha i parastinchi, glieli portano. E’ l’uomo del recupero che però non ci sarà. Fa in tempo solo a discutere con Palombo per uno scontro in area avversaria.

Dopo la gara, non si sfoga in pubblico. Ma aspetta che intervenga la Sensi, parlando al tecnico. O suggerendo a di lasciare la «triste» Trigoria: lo aspettano sia negli Usa che a Dubai. Montali prova a difenderlo: « si sacrifica per la squadra con un lavoro encomiabile e si sta comportando in maniera esemplare. Anche Ranieri deve dare una mano, motivando continuamente i giocatori». Francesco resta in Liguria. Ma borbotta in faccia a chi gli chiede come è andata. «Bene, no?».