Roma, non solo Usa. Pure 2 arabi e 1 russo

31/01/2011 alle 23:41.

REPUBBLICA.IT (M. PINCI) - Non solo americani, per il futuro della Roma scendono in campo anche gli arabi. A pochi minuti dalla scadenza del termine per presentare le offerte vincolanti per acquistare la società giallorossa, tra il consorzio americano guidato da DiBenedetto e il romano Angelucci si sono inseriti il fondo Aabar di A

La prima proposta araba, quella di Aabar, eccola spiegata: il gruppo, azionista di Unicredit con il 4,99 per cento, avrebbe formulato una proposta scritta sui 140-150 milioni a Rothschild, advisor scelto per la cessione del club dall'istituto di credito, attraverso la società lussemburghese Claraz Sa, controllata dal fondo arabo. Una proposta - che ha come advisor lo studio legale Dla Piper - che, in attesa di conoscerne le modalità e le cifre, promette di entrare in concorrenza diretta sfidando anche l'intesa di massima tra americani e banca raggiunta negli ultimi giorni della scorsa settimana durante il viaggio a New York dei vertici di Unicredit.

La seconda offerta araba invece, secondo fonti vicine all'operazione, farebbe capo e un fondo misto composto da capitali Usa e Mediorientali.

Complessivamente le offerte sarebbero dunque cinque. E' arrivata infatti anche quella di Gianpaolo Angelucci (90-100 milioni più l'impegno per la ricapitalizzazione). L'imprenditore romano è stato assistito dagli advisor di Banca Imi e dai consulenti di Kpmg. Depositata anche l'offerta da parte della cordata degli investitori Usa capitanati da Thomas R. DiBenedetto (120-130 milioni), assisititi dalla banca Usa Piper Jeffrey, Pricewaterhouse Coopers e lo . E la succitata offerta russa, anche questa arrivata in extremis.

Le offerte saranno valutate nei prossimi giorni, spiega una nota pubblicata da Italpetroli sul sito della Roma: "L'esame delle offerte vincolanti avverrà sulla base di criteri non solo quantitativi ma anche qualitativi". La compagnia della famiglia Sensi, "nel rispetto degli obblighi di riservatezza", non ha fornito informazioni sul numero delle proposte vincolanti presentate. Ecco il profilo delle tre principali:

- AABAR. Si tratta di un fondo controllato per il 70% dell'International Petroleum Investment Company, a sua volta posseduto per il 100% dal Governo di Abu Dhabi. Tra le operazioni più recenti la cessione del 3,2% di Atlantia a Sintonia e l'acquisto del 4,99% di Unicredit, quota che lo rende primo socio di Piazza Cordusio. Aabar, guidata da Mohamed Badawi al-Husseini è, tra l'altro, nota per essere il maggior azionista, con il 9,1% del gruppo automobilistico tedesco Daimler. Un investimento di 1,95 miliardi di euro che risale alla fine di marzo del 2009. La casa di Stoccarda, a luglio dello stesso anno, ha poi ceduto al fondo dell'Emirato il 3,63% della sua quota del 9,09% nel capitale della californiana Tesla Motors (auto elettriche). In campo finanziario Aabar ha, inoltre, acquistato (aprile 2009) il settore private banking di Aig per 253 milioni di dollari e ha investito nel braccio brasiliano dell'iberica Santander.

- GIANPAOLO ANGELUCCI: L'imprenditore quarantenne è noto come il re delle cliniche romane che fanno capo alla holding Tosinvest ma anche come editore di 'Libero' e del 'Riformista'. Il suo nome è stato più volte accostato a quello della Roma, prima nel 2005 (interesse sempre smentito dal diretto interessato, in quel periodo azionista di Capitalia) e poi nel corso del 2010. Tra gli investimenti della famiglia Angelucci non mancano quelli immobiliari come ad esempio lo stabile in via delle Botteghe Oscure a Roma, per circa quarant'anni sede del Partito Comunista Italiano. Nel 2009 l'imprenditore è finito sotto inchiesta a Velletri per una serie di presunte truffe ai danni del servizio sanitario nazionale.

- THOMAS DIBENEDETTO. Patron della squadra di baseball Boston Red Sox, classe 1950, sposato e padre di cinque figli, ha origini italiane, vive tra Boston e Miami ed è presidente della società di consulenza e d'investimento Boston International Group dal 1983. Nel '71 si e' laureato in economia al Trinity College e successivamente ha conseguito un Master in business administration presso l'Università della Pennsylvania (1993). Tra gli incarichi che ha ricoperto, anche le presidenze del fondo di private equity Junction Investors Ltd. (1992) e del consiglio d'amministrazione dell'agenzia di lobbyng, Jefferson Watermann International. Al tempo stesso è managing director della società immobiliare, Olympic Partners.