LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Se il buon giorno si vede dal mattino, la Roma deve sperare che l'alba del 2011 porti segnali migliori di quelli arrivati in queste prime ore del nuovo anno. Soltanto quindici giorni fa la Roma usciva in festa da San Siro dopo aver battuto il Milan nella propria tana, portando sul volto il sorriso di un Adriano (quasi) ritrovato. Oggi, Adriano è un mistero e il campo, in attesa della prima ufficiale lascia soltanto nervosismo e silenzi imbarazzanti.
RITORNELLO - Dopo due settimane, le vacanze di Natale, i viaggi lontano da Roma, a Trigoria gli argomenti dominanti sono i "ritardi" di Pizarro e Adriano, attese che non smettono di animare le giornate dei dirigenti romanisti. Ma se il cileno ha fatto sapere che non tornerà prima del 10 (forse il 12) gennaio, del centravanti si sono quasi perse le tracce: aveva assicurato di voler essere a Roma per oggi, la Roma fa sapere che arriverà domani, ma nessuno sa nulla con certezza sul suo arrivo. Neanche Simplicio, che con lui aveva diviso lo sbarco a Roma in estate e i primissimi allenamenti, ha novità di giornata su di lui: "In questo periodo di vacanza non l'ho sentito, sono stato con la famiglia a San Paolo e ho sentito solo i brasiliani che abitano in quella città: della Roma soltanto Taddei, con cui in Brasile siamo vicini di casa". Il dirigente Tempestilli assicura che Adriano "domani sarà a Roma". Un ritornello ascoltato fin troppe volte nell'ultima settimana, e che lascia aperti dubbi sul futuro del centravanti.
SILENZIO - Neanche il primo test amichevole dell'anno ha restituito qualche ora di serenità al gruppo di Ranieri. Anzi: giallorossi sconfitti oggi 3-2 (gol di Vucinic e Burdisso, Borriello ha sbagliato un rigore) dall'Atletico Roma dell'ex romanista Esposito, che disputa il campionato di Lega Pro, in un Flaminio deserto o quasi (appena 2.165 spettatori). Doveva essere un'amichevole per festeggiare il nuovo anno, la stessa che lo scorso anno servì per accogliere l'arrivo di Toni. Del pomeriggio, invece, è rimasto solo un inevitabile nervosismo, con Ranieri che ha persino evitato di presentarsi in sala stampa, ufficialmente per non accavallare troppe parole sulla partita di giovedì con il Catania a tre giorni dalla conferenza. Un silenzio che sa di fuga, e che ha costretto Simplicio, non certo uno dei leader della squadra, alle uniche spiegazioni per una gara che ha mostrato una Roma lenta, senza una vera identità di gioco e fin troppo scontata nella manovra. "Oggi il mister ha provato molti giocatori in ruoli diversi rispetto a quelli tradizionali - ha tentato di spiegare il centrocampista brasiliano - era normale andasse così. Abbiamo fatto degli esperimenti, il risultato non era importante. Nessun un segnale preoccupante con il Catania giovedì sarà tutt'altra partita". Ma il test ha portato anche le prime contestazioni dell'anno da parte dei tifosi: dai cori preventivi contro l'unico obiettivo del mercato invernale ("noi Behrami non lo vogliamo") a quelli contro la Sensi ("Rosella vattene"). Quanto è lontana Milano.