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LA REPUBBLICA.IT (M.PINCI) - Sulle scia del derby vinto, ma soprattutto verso il nuovo esame Cagliari. Ranieri guarda avanti, timoniere della Roma che naviga in acque movimentate dai dubbi sul futuro societario e le incognite di un campionato ancora incerto.
SCUSE A REJA - La conferenza di Ranieri inizia con un messaggio di scuse a Reja. "Voglio chiedere scusa a Reja, la mia era solo una battuta", dice il tecnico giallorosso. La frase incriminata e che aveva fatto infuriare l'allenatore della Lazio, Ranieri l'aveva pronunciata dopo la vittoria nel derby a proposito delle polemiche sul rigore fischiato per fallo di Juan ("dovrebbe venire più spesso agli aggiornamenti con gli arbitri"), oggi torna sui suoi passi. "La mia era solo una battuta - dice Ranieri - So che è un professionista serio e partecipa a tutti i raduni, all'ultimo ci eravamo abbracciati. Era solo una battuta, mi dispiace che se la sia presa".
ALLA PARI CON L'INTER - La vittoria nel derby ha rilanciato le ambizioni del gruppo, e sulla spinta emotiva punta soprattutto Ranieri: "Sono vittorie molto importanti, ma lo scorso anno abbiamo sognato grazie al 120 per cento dell'impegno dei ragazzi e alla spinta del pubblico. Sono queste le cose che ci servono: noi siamo dei procacciatori di sogni". Sogni che dopo l'illusione dell'anno scorso, Ranieri vorrebbe raggiungere davvero: "L'Inter è la squadra da battere. Ma credo che la Roma sia attrezzata per lottare con le altre. Non è semplice, è difficile, ma a me le cose difficili mi piacciono. Io lotto per raggiungerle e questo chiedo alla squadra: dobbiamo crederci fino alla fine, pongo l'obiettivo più alto possibile e lotto per raggiungerlo. Poi vincerà chi avrà avuto qualcosa in più. Ma io voglio essere un pretendente". Anche perché i titoli sulla carta (re del derby, migliore squadra del 2010) non bastano più: "Fare più punti nell'anno solare è una presa in giro, io voglio fare più punti di tutti nel campionato".
Vincere è anche l'unico modo possibile che ha oggi Ranieri per convincere l'attuale dirigenza, ma soprattutto chi darà vita al futuro della Roma, a puntare ancora su di lui. "Ma del futuro non me ne preoccupo - assicura il tecnico - non è un contratto che mi fa dare di più, e l'attesa non mi genera insicurezza. La Roma sta attraversando un momento singolare della sua storia e se l'allenatore perde la testa succede di tutto. Io in tempesta non perdo la testa, non l'ho fatto altrove figuriamoci con la mia squadra del cuore. Io avevo altre proposte l'anno scorso e ho detto di no, ma sapevo quello che volevo. Sono qui dopo 35 anni e vorrei restarci più a lungo possibile. Allenare la Roma non è facile, ma a me intriga molto". Nonostante il rapporto controverso con la squadra? "Ogni allenatore - spiega Ranieri - deve mettere in campo e nello spogliatoio il proprio carattere. Io sono me stesso, non ho un cattivo rapporto con i giocatori, anche se credo se che glielo chiedessi io nessuno mi direbbe che ha un cattivo rapporto con me. Se un allenatore ha un carattere determinato può compattare la squadra, anche contro se stesso. Ma deve essere apprezzato tatticamente, sennò non va lontano".
TORNA TOTTI, FUORI VUCINIC - Per andare lontano, la Roma riparte dal Cagliari. Ranieri conosce i pericoli dell'avversario: "I 5 gol subiti nel girone di andata? Sì, ma noi siamo cambiati. E stavolta spero di poter giocare undici contro undici. Ma il Cagliari sta facendo bene, Donadoni ha seguito la strada di Allegri, il gruppo si conosce, dovremo stare molto accorti. E Cossu fa la differenza". Per questo, Ranieri punterà ancora su Borriello e Menez, e sul ritorno di Totti dall'inizio. Ancora panchina per Vucinic, out invece Adriano dopo la frattura alla spalla: "L'infortunio è serio - conferma l'allenatore - non lo operano, ma non glie ne va bene una". Senza lo squalificato Burdisso, tornerà Cassetti a destra e Mexes-Juan al centro. Le incertezze del brasiliano, ultima il rigore concesso a Zarate, preoccupano anche Ranieri: "Ci ha messo un po' a riprendersi al rientro dal Brasile, ma è quasi al top, si sta riprendendo. Anche Simplicio era in ritardo, ma è brevilineo ed è già in forma". A centrocampo, confermato il terzetto proprio con il brasiliano, De Rossi e uno tra Brighi e Perrotta. Nessun esterno, perché, come conferma Ranieri, "per supportare i tre attaccanti dobbiamo essere compatti e stretti a centrocampo. Dobbiamo avere il fraseggio corto, io credo che la Roma sia la squadra che sa tenere meglio palla e quando c'è Pizarro sappiamo farla girare anche velocemente". Pragmatismo che mal si sposa, però, a Roma, dove il successo di un tecnico passa spesso per il bel gioco. "Ma credo - sorride Ranieri - che se l'anno scorso abbiamo riempito l'Olimpico qualcuno si sia divertito". Qualche tifoso vorrebbe divertirsi anche vedendo gli allenamenti, impossibile da oltre due anni a Trigoria. "Non mi sono mai informato - ammette l'allenatore - non so se ci sono strutture idonee. Ma a me piacerebbe". Il primo passo per riavvicinare il pubblico alla "squadra del cuore".