IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Stasera il Cagliari poi, fino al 16 febbraio, altre sei partite, quattro di campionato, una di Coppa Italia e una di Champions League. Nellordine, il 27 contro la Juventus, quarto di coppa, il 30 in casa del Bologna, il 2 febbraio allOlimpico con
Stasera (Olimpico, ore 20,45) cè il Cagliari di Roberto Donadoni, cioè la squadra della cinquina in faccia di un girone fa. Ranieri dovrebbe mandare in campo dal primo minuto Totti, che sarà assente giovedì in casa della Juventus perchè ancora squalificato. «Vogliamo continuare a far bene per restare attaccati al carro principale. Daniele Conti? E un ragazzo che meritava un grande palcoscenico, non me ne voglia il Cagliari. E un grandissimo giocatore. Da Cagliari a Cagliari è passato un girone e siamo cambiati. Intanto spero prima di tutto di giocare undici contro undici. Donadoni sta facendo bene, ha cambiato poco, ha seguito la strada tracciata da Allegri e da Bisoli, i giocatori si trovano molto bene tra loro. Dovremo stare molto attenti; Cossu, per esempio, può fare la differenza. Roma poco costante?Credo che con il rientro di Pizarro tutte le pedine torneranno al loro posto e riprenderemo il filo del discorso che ora ci manca». Ma il cileno, prima dellinfortunio, non era finito tra le riserve? E ancora. «Le vittorie contro Cesena e Lazio sono state molto importanti. La Roma deve giocare sempre al cento per cento, contando sullapporto della propria gente. Non dimentichiamocelo mai: quanto fatto lanno scorso è stato possibile grazie al centoventi per cento dei ragazzi e grazie al sostegno meraviglioso del nostro pubblico. Noi siamo procacciatori di sogni, noi dobbiamo caricare il pubblico in modo che il pubblico ci dia quella spinta in più. Non ci posso fare niente se la gente è innamorata di allenatori che, pur vincendo poco, hanno fatto giocare bene la squadra: ritengo che la mia Roma abbia fatto ottime partite, ma qui si evidenzia solo se gioca male. Lanno scorso abbiamo portato ottantamila persone allOlimpico perchè si divertivano».
Divagazioni contrattuali, poi. «Io non sono per nulla preoccupato. Cè un contratto e lo devo rispettare fino allultimo. Non è che avere un allungamento di contratto mi fa lavorare di più. Io do sempre il massimo e lho sempre dato ovunque, figuriamoci a Roma. Io so che la Roma sta attraversando un periodo molto particolare della sua storia e so che se perde la testa lallenatore potrebbe succedere un quarantotto. Io nella tempesta non perdo la testa perchè la Roma è la mia squadra del cuore. I cambiamenti societari, potrebbero modificare i miei progetti? Queste sono considerazioni che non mi spettano. Io faccio il mio lavoro e basta. Più di dire che lanno scorso avevo altre offerte e sono rimasto qui... Sono tornato a Roma dopo trentacinque anni e vorrei rimanerci più a lungo possibile. E possibile, non è possibile? Non è facile stare qui, ma a me intriga molto». Finalino. «Mi manca vincere qualcosa, qui a Roma. Fare più punti di tutti nellanno solare è solo una presa in giro... Io voglio fare più punti di tutti in campionato».