CORSPORT - Brucia la sconfitta dell'Olimpico. Scotta quasi da far male a questo Catania. Facce scure, passo veloce, mani in tasca e via verso il pullman per la Sicilia: nessuno ha voglia di parlare a fine gara, di commentare gli errori arbitrali e la conseguente rimonta della Roma dopo il meritato vantaggio del primo tempo. Il risultato è ' silenzio stampa'
« Al triplice fischio finale ho detto all'arbitro che ha fatto una doppietta - continua il presidente -forse verrò squalificato.Però non mi interessa perché non ho detto parole offensive, solamente la verità: gli unici che non sono stati nei regolamenti sono guardalinee e l'arbitro».
Inizia nel peggiore dei modi il 2011 del Catania: zero punti e tanta rabbia. Anche perché il Bari ha vinto il derby di Puglia accorciandola classifica nella zona rossa. Ma da buttare, qui all'Olimpico, c'è solo il risultato, non la prestazione, di certo nonquella della prima frazione di gara, dominata dagli uomini di Giampaolo. Ai giallorossi va il merito di aver sbloccato la partita immediatamente, al Catania quello di aver dato una svolta col bel gioco firmando il pari col solito Silvestre e il momentaneo vantaggio con l'uomomercato Maxi Lopez. E c'è tanto rammarico per aver buttato al vento un contropiede 5 contro 2, il possibile 1-3, che forse avrebbemandato in archivio i tre punti per gli etnei.« Ci sono problemi anche tecnici, ma era una gara aperta. Noi volevamo giocarci la gara a viso aperto. Lo stavamo facendo fino agli errori arbitrali che hanno deciso il match. Sono molto deluso », chiude Pulvirenti.
RABBIA- In mixed zone il clima è rovente. C'è tensione, si sente nell'aria. Passa a mille all'ora Capuano:« Non c'è proprio nulla da dire. Vergogna». Poco dopo si ferma Carboni, un po' distratto dato che non si accorge del silenzio stampa imposto della società:«Ci sono sconfitte e sconfitte, a noi giocatori non si può imputare niente. I gol della Roma?». Ecco, le parole si fermano qui perché alle sue spalle si presenta Giampaolo minaccioso:« Guarda che siamo in silenzio stampa » .«Non lo sapevo, non l'ho sentito negli spogliatoi » , si scusa il centrocampista argentino. E senza neanche un saluto corre verso l'uscita. Maxi Lopez, invece, mette in scena inchini teatrali, fa il segno della bocca cucita e firma due autografi col sorriso. Meglio non pesarci.




