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GASPORT (A. CATAPANO) - Una data bellissima, 25 aprile, festa della Liberazione. Un tempo, una festa anche per i romanisti, quel 25 aprile 1984, pomeriggio di sole e di passione. LOlimpico pieno, tre gol al Dundee, la partita perfetta. Fu un sogno, e da quel momento ogni giorno un giorno di speranza, fino al 30 magg
Il rumore sordo del tonfo si è avvertito anche lultimo 25 aprile. Una data che, a questo punto, si vorrebbe dimenticare. Una partita che - ancora brucia - si vorrebbe rimuovere. E invece eccola che torna, in queste ore, come un incubo ricorrente, ad agitare la vigilia romanista.
NON SI DIMENTICA Se perfino il serafico Juan solo a nominarla ha un sussulto, scoprendosi difensore del popolo romanista. «La Sampdoria? Che brutto ricordo, fu una serata maledetta, impossibile cancellarla dalla memoria» , dice prima di volare a Genova. Per quella che, senza tanti giri di parole, il centrale brasiliano definisce «la partita della rivincita» . Anche se, onestamente, «non cè confronto con limportanza di quella partita: il 25 aprile noi eravamo in testa al campionato e giocavamo per lo scudetto, la Sampdoria per un posto in Champions» . Finì come tutti sanno: la doppietta di Pazzini ricacciò la Roma dietro lInter, Mexes pianse a dirotto in panchina, De Rossi si nascose il volto per la disperazione, Totti si fece consolare nientemeno che da Cassano, e sembrò lultimo sberleffo - ancora in lotta.
Oggi, comunque andrà, non ci saranno scene di giubilo o disperazione, «però dice ancora Juan, insolito interprete dei desiderata romanisti abbiamo tutti loccasione di prenderci una rivincita e, soprattutto, recuperare altri punti alle squadre che ci precedono in classifica, a cominciare dal Milan» . Perché, sia chiaro, «ci siamo rimessi in marcia e speriamo che ora arrivi il bello: la Roma lotterà per lo scudetto fino alla fine, anche in questo campionato» .Il 25 aprile, questanno, capita di lunedì. Meglio così.